Perchè in questo caso i seggi vuoti sono stati un bel risultato...
Questo articolo è assolutamente tardivo e dal contenuto sostanzialmente irrilevante. Tardivo perché si riferisce ad un fatto avvenuto due settimane fa, quando ogni ora avviene qualcosa nel mondo che meriterebbe di essere analizzato e commentato. Irrilevante perché il fatto in questione non avrà grosse ripercussioni sulla nostra quotidianità ed in generale sulle nostre vicende nazionali. Perchè allora lo scrivo? Per una semplice ragione: oggi le buone notizie sono estremamente rare e quindi non voglio farmi scappare l’occasione di commentarne almeno una. Lasceremo l’articolo pochi giorni e poi torneremo ad occuparci di questioni ben più serie, come, ad esempio, se passeremo l’estate senza vedere al nostro orizzonte spuntare funghi atomici…
Come noto ai più (ma non a tutti) i quesiti del referendum promosso dall’intero arco delle sinistre (PD, Cinque Stelle, AVS) erano cinque. I primi quattro riguardavano il ripristino di alcune garanzie per i lavoratori dipendenti (peraltro abolite da un governo di sinistra), l’ultimo, il vero obbiettivo dei promotori, la riduzione da dieci a cinque anni del periodo per concedere agli stranieri qui residenti la cittadinanza italiana.
I risultati sono stati uno smacco di proporzioni cosmiche per la sinistra. In primo luogo non ci si è neppure avvicinati al quorum per la validità del referendum. Un misero 30,5% di elettori si è recato alle urne, circa 14 milioni su 46 milioni di aventi diritto; neppure tutti i votanti dei partiti promotori che insieme sono intorno al 40%. Il risultato più clamoroso è poi proprio quello relativo all’abbreviazione dei termini per ottenere la cittadinanza italiana perché ben 4.754.505 elettori (che si presume siano stati in grande maggioranza di sinistra) hanno votato per il no. Ne consegue che meno di dieci milioni di italiani su quarantasei milioni sono favorevoli a rendere meno restrittive le norme sulla concessione della cittadinanza. Un messaggio chiaro. L’immigrazione dai paesi extracomunitari ha ormai assunto proporzioni tali da costituire una seria preoccupazione per una schiacciante maggioranza di cittadini italiani. Questa preoccupazione sarà recepita da qualche forza politica? Assolutamente no, basta constatare l’assoluta inerzia sul punto di un governo che si autodefinisce “sovranista”. Allora il referendum non è servito a nulla? Beh, diciamo che è servito a darci una piccola consolazione…
Mario Villani