giovedì 1 maggio 2025
Politica e economia
Mi sorge un dubbio
Quale è il vero scopo della retorica sull’aggressione russa all’Europa?

In tutta Europa (o quasi) i media stanno conducendo una campagna forsennata sul rischio che la Russia, una volta liquidata l’Ucraina, decida di invadere l’intero continente europeo. Ergo bisogna prepararsi a fronteggiare l’invasione o meglio ancora a prevenirla, come ha sostenuto il Capo di Stato Maggiore dell’Estonia (la cui consistenza militare è semplicemente risibile) evocando lo scenario della guerra dei sei giorni del 1967 con la quale Israele mise fuori combattimento l’esercito egiziano con un’azione a sorpresa contro i suoi aeroporti militari.



La previsione di un attacco all’Europa da parte della Russia non poggia su nessun elemento concreto anzi, come spiegato dal prof. Orsini, da Marco Travaglio e altri pochi coraggiosi (subito tutti liquidati come filoputiniani) cozza contro una logica elementare che si riassume in una sola domanda: perché la Russia che ha un’estensione di 17 milioni di chilometri quadrati ed è praticamente disabitata dovrebbe scatenare una guerra per venire a prendersi nazioni europee sovraffollate e prive di reali ricchezze naturali? Tant’è, oggi logica, ragionamento e analisi di fatti concreti e accertati a nulla valgono contro una propaganda basata sulla più forte delle emozioni: la paura. Abbiamo già visto questo meccanismo in azione durante la tragica farsa del COVID. “Non ti vaccini, ti ammali, muori” ebbe a dire Mario Draghi. Una palese falsità smentita dai fatti, ma la gente corse a vaccinarsi e prima ancora accettò, sempre per paura, limitazioni alle proprie libertà ingiustificate e di tale gravità da ricordare misure belliche.



E qui mi sorge il dubbio. Pandemia e vaccino hanno giustificato un enorme spostamento di denaro dalle nostre tasche a quelle del complesso big pharma, nonché la compressione (o addirittura la soppressione) di diritti costituzionalmente garantiti con l’uso di semplici decreti legislativi. Non è che la campagna di allarme per l’invasione russa ha lo stesso scopo? Se la gente (o la maggioranza di essa) ha accettato di buon grado di essere sottoposta a coprifuoco e limitazioni varie per una epidemia di influenza a quali sacrifici potrà essere disposta di fronte alla minaccia di un conflitto che potrebbe addirittura degenerare in una guerra nucleare? Se alcune elite sovranazionali hanno deciso una trasformazione in senso sempre più totalitario delle strutture della UE, quale miglior pretesto per attuarla di un’imminente invasione di un nemico descritto come spietato? Sarebbe facile accusare chiunque si opponga a questa trasformazione di essere un alleato segreto del potenziale invasore e quindi farlo finire nelle patrie galere o quanto meno cancellarlo dalla scena pubblica. Che questa ipotesi non sia poi così peregrina lo dimostrano i casi di Romania e Francia dove leader politici non in sintonia con i progetti UE sono stati estromessi dalla politica e rischiano addirittura il carcere malgrado l’ampio consenso che hanno nel loro Paese (o forse proprio per questo).



Non è una bella scelta, apparentemente siamo tra Scilla e Cariddi: se io sto sbagliando analisi abbiamo davanti una grande guerra europea, se ho ragione il nostro futuro è uno stato totalitario come mai se ne sono visti nella storia. Fortunatamente però il mondo è in tale rapida evoluzione da permetterci di sperare che entrambi i progetti falliscano. I prossimi mesi saranno decisivi.



Mario Villani



 




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