sabato 25 gennaio 2025
Politica e economia
2025
Dopo 1984 2001 Odissea nella spazio un nuovo romanzo distopico che sembra,però,non finire

Partirà,la nave partirà,dove arriverà questo non si sa”. Cit. “L'arca di Noè”,canzone di Sergio Endrigo,indimenticabile autore e cantante degli anni 60/70.



Non so perché ma la vedrei bene come inno di guerra dei nostri governanti,e per nostri intendo europei,non solo italiani,dal momento in cui hanno deciso di lanciarsi nella catastrofica impresa ucraina.



Dico catastrofica perché,oltre a non aver immaginato dove la cosa sarebbe andata a parare,questa accozzaglia di improvvisati nocchieri non sa neppure come condurre la nave;la cosa assumerebbe tratti di estrema comicità se non fosse per il fatto che su quella nave ci siamo anche noi,noi popoli europei,e dunque i contorni si fanno decisamente tragici.



Ora,a circa tre anni dall'inizio del conflitto,con un numero di inutili morti da far inorridire e un Paese distrutto e spopolato,due cose appaiono abbastanza chiare.



 



La prima è che la Russia vincerà la guerra:questo si sapeva sin dall'inizio;un'azione diplomatica di stampo tradizionale sarebbe riuscita a fermare il conflitto sul nascere,ma qui la posta era troppo alta e gli avversari in campo,quelli reali,troppo determinati.



Dicevo:la Russia vincerà non solo perché militarmente superiore al suo antagonista,ma perché la sua sconfitta coinciderebbe con la sua fine e,da quanto dichiarato dallo stesso Putin,i Russi non concepiscono neanche l'idea di un mondo senza la Russia.



Senza addentrarci in questioni tecniche su armamenti,forze dispiegabili,ecc.ecc.,prendiamo atto del fatto che sono la prima potenza nucleare mondiale e che hanno un vantaggio tecnologico,in questo settore,di circa cinque anni nei confronti degli eserciti della Nato.



Secondo me,comunque,questo non è il principale punto di forza della Russia,e mi spiego. La guerra,qualsiasi guerra, è si condotta dagli eserciti,ma presuppone comunque una forte struttura sociale alle spalle. Putin ha preso in mano una nazione disgregata da sessant'anni di comunismo e,lentamente ma instancabilmente,le ha ridato dignità,forza e consapevolezza,ergendola e compattandola su di una struttura fatta di valori religiosi,morali e civili.le ha ricreato la sua identità aggiornandola al nostro tempo.



E così,nonostante il battage mediatico del mainstream occidentale insista a vaneggiare di brogli ad ogni tornata elettorale,Putin raccoglie percentuali quasi imbarazzanti di consenso popolare,al punto che si è arrivati al punto di dover coniare il termine di “democrazia assoluta”.



E da noi? Esaminiamo la situazione italiana tenendo presente che non differisce nei tratti generali dalla situazione degli altri Paesi europei;per ragioni di spazio dovrò semplificare al massimo.



C'è stato un periodo storico durante il quale gli uomini hanno imparato a liberarsi e proteggersi da un potere politico opprimente e senza limiti,unendosi ed organizzandosi tra di loro.



Il risultato è stato un fiorire di associazioni,corporazioni,confraternite e corpi sociali vari che da una parte garantivano agli appartenenti protezione dagli abusi di potere,dall'altra permettevano,grazie alla loro forza ed al loro peso sociale,di avere una grossa influenza sulle scelte politiche dei governi. Ad oggi di queste strutture non rimane più alcuna traccia:una lenta ma inesorabile opera di atomizzazione del corpo sociale ci ha portati ad avere non più un popolo,ma un insieme di singoli totalmente isolati tra di loro,molto più facilmente manipolabili e controllabili e,soprattutto,molto più inermi di fronte al Potere. Le ultime vestigia di qualsiasi forma di associazionismo rimangono i partiti politici,che,però,si sono trasformati in una ristretta ed elitaria classe dirigente che non deve più rendere conto ad una base di iscritti; sono diventati gruppi di affaristi che,privati di qualsiasi potere decisionale in campo politico e ceduta la sovranità nazionale a potentati economici sovranazionale,hanno come unica attività il mantenimento delle loro posizioni ai fini di garantire il perpetuarsi del loro tornaconto economico:in poche parole dei furbetti del quartierino.



 



Sarebbe troppo lungo entrare nel merito di chi siano questi apolidi “padroni del vapore”;rimane il fatto che sono loro a decidere le politiche europee con programmi dai nomi accattivanti decisi nei vari summits da privati personaggi e imposti poi ai governi come assolutamente urgentissimi ed ineludibili.



Capite bene,dunque,come sia impensabile che ometti che non comandano nulla a casa loro possano invece decidere di questioni di politica di portata planetaria come appunto portare l'Europa in una terza guerra mondiale.



L'unica cosa che hanno saputo far bene è dar vita ad un teatrino del ridicolo fatto di esternazioni,dichiarazioni,proclami e previsioni regolarmente smentite dai fatti:è caduta la maschera,dobbiamo prendere atto che l'attuale classe politica europea non sa e non comprende,perché non conta nulla.



E infatti,nonostante si fosse annunciato a gran voce che la Russia sarebbe stata piegata dalle sanzioni economiche,Putin è ancora lì,più forte che mai,mentre in Occidente abbiamo assistito alla caduta o alle dimissioni di un consistente numero di politici di alto livello.



Resta salsa,invece, la sedia della più totale e fedele obbedienza al Padrone a stelle e strisce;l'Europa,quella che per secoli è stata il faro di civiltà e civilizzazione,sorgente di cultura,modello da imitare,non esiste più e stiamo diventando la nuova America Latina degli Usa:delle nazioni fantoccio gestite e sfruttate per altrui tornaconto,terra di frontiera per le multinazionali straniere che,grazie ad una sapiente opera sui governi,riescono ad influire sulle politiche economiche locali imponendo le loro regole finalizzate esclusivamente alla massimalizzazione dei guadagni.



Dove stiamo andando? Io non lo so,e d'altronde,se non lo sa chi ci governa chi sono io(come direbbe il Santo Padre) per vedere più lontano di loro?



C'è chi sostiene che questo conflitto possa portare alla dissoluzione di quel Moloc chiamato UE,un baraccone senza senso e senza anima in cui ormai non crede più nessuno,posto che gli unici che ci credevano erano gli avvoltoi della finanza internazionale che lo hanno creato per depredarci.



Cosa potrebbe seguirne non so,ma in cuor mio lo spero.



 



Claudio Pretari




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