Gli atteggiamenti bellicisti manifestati
Durante gli ultimi due anni parrebbero confermarlo.
"Qualsiasi guerra tra la Russia e la Nato finirebbe con un attacco atomico contro i paesi Nato in Europa e nessuno li difenderà perché gli americani non sono dei folli. Nessun presidente americano sacrificherebbe New York o Boston per la difesa di Poznan o Francoforte. Le persone che, in Europa, stanno promuovendo un atteggiamento bellicoso nei confronti della Russia mostrano inclinazioni suicide. Con queste eloquenti parole si è espresso il politologo Sergey Karaganov ex consigliere del Cremlino durante un'intervista con "La Stampa" nel febbraio scorso.
Pur non auspicando un conflitto nucleare, Karaganov, durante l'intervista, ha ribadito che l'unica soluzione in grado di calmare gli animi belligeranti delle élite occidentali, potrebbe essere proprio quella di "alzare il livello di escalation" nucleare da parte della Russia. Ciononostante, secondo il politologo Russo, potrebbero delinearsi altre soluzioni in grado di porre fine al conflitto senza dover arrivare allo scontro nucleare. "L'occidente ha tre possibilità: la prima è andarsene onorevolmente, ritirarsi. La seconda, che costerà all'Ucraina altre centinaia di migliaia di vite, è la sconfitta totale della medesima e la fuga vergognosa dell'Occidente, come d'altronde è già accaduto in Vietnam e in Afghanistan. La terza, la peggiore, è lo scenario nucleare. Secondo Karaganov è quanto mai opportuno che, per il suo bene e per il bene del mondo, l'occidente abbandoni le sue vecchie logiche. E aggiunge: "Per venticinque anni abbiamo fatto proposte. Purtroppo i nostri interlocutori occidentali hanno perso la ragione, il senso della storia, la coscienza. Ora, purtroppo, siamo obbligati a farli rinsavire con il bastone di ferro. Sono orgoglioso che la Russia sia la liberatrice del mondo dal giogo occidentale. I popoli del mondo sono ora liberi di scegliere il proprio cammino e lo stanno facendo." Riguardo ad un possibile riavvicinamento tra la Russia e l'Europa, Karaganov ha precisato: "Per ora non ne abbiamo nessuna necessità. Sta avvenendo una rinascita del Paese. Il rinascimento dello spirito, dell'economia, della società che si trasforma in popolo. Stiamo tornando finalmente a casa, dove siamo sempre stati: il nostro è sempre stato un Paese asiatico politicamente e anche socialmente anche se con una cultura europea." E’ quanto mai opportuno ricordare che Karaganov è un ex consigliere del Cremlino, ma è ancora alquanto influente. C'è da sperare che non lo sia troppo, visto e considerato che è un fautore dell'attacco nucleare preventivo. Ma questo una persona appena sana di mente lo capisce, basterebbe considerare la nuova dottrina nucleare Russa. A quanto pare però le élite occidentali non lo capiscono, o forse non vogliono capirlo, prigioniere come sono di una enorme dissonanza cognitiva. Non accettano la realtà semplicemente perché non corrisponde ai loro desideri. Fin dall'inizio del conflitto in corso in Ucraina, non hanno capito nulla, hanno preferito aggrapparsi ad una realtà illusoria, a sogni di vittoria dell'Occidente portatore di "diritti, libertà, democrazia e benessere". Non è il caso di riportare qui le innumerevoli tronfie e roboanti dichiarazioni su un'imminente e rovinosa caduta dell'autocrazia Russa isolata dal mondo e dell'ignominiosa fine del tiranno che ne è al vertice, ad opera del suo popolo anelante ai valori occidentali. Ricordano vagamente gli striscioni con i quali, molti "ingenui" cittadini del nostro bel Paese, decoravano i loro balconi all'inizio del 2020: "ANDRA' TUTTO BENE". Ebbene, come ben sappiamo, non andò tutto bene allora e, ancora peggio, sta andando ora. La Russia non è caduta, non è isolata, il "tiranno" è ancora saldamente al suo posto e il suo popolo non ci pensa proprio di rovesciare la sua "autocrazia" che, manco a dirlo, sta pure vincendo la guerra. In compenso l'economia europea langue in balia di una classe dirigente umanamente meschina, miope, incapace, ottusa, incompetente ed enormemente presuntuosa.
Forse nel febbraio del 2022 era, per così dire, comprensibile un certo disorientamento per un evento ritenuto improbabile, anche se non del tutto inatteso; per chi si picca di capire il mondo non avrebbe dovuto essere molto difficile capire che il piano inclinato della violenza che durava già dal 2014 avrebbe portato alla guerra. Ora però, visto l'andazzo, sarebbe il caso di riflettere, di ammettere di aver fatto qualche errore di valutazione, di ritornare sui propri passi, tenendo presente che sono già morte centinaia di migliaia di persone. Questo però implica valori, lungimiranza e qualità umane che, le élite occidentali soprattutto europee, stanno pervicacemente dimostrando di non avere.
Urbano De Siato