I dirigenti dello Stato di Israele, ed in particolare il Ministro della Difesa Yoav Gallant, ne hanno parlato per diversi giorni. “La nostra risposta al lancio di missili iraniani sarà devastante” aveva anticipato Gallant, assicurando che, con questa azione, Israele avrebbe dimostrato all’Iran ed al mondo intero la sua tremenda potenza militare e la sua capacità di colpire anche molto lontano dai propri confini. Addirittura era stata ventilata la possibilità dell’impiego di sistemi d’arma nuovi e totalmente sconosciuti. Lo spostamento di decine di aerei cisterna statunitensi (aerei utilizzati per il rifornimento in volo dei caccia-bombardieri) e la creazione di una apposita centrale di comando dove si sono raggruppati tutte le principali autorità politiche e militari di Israele hanno fatto pensare che effettivamente si stesse preparando qualcosa di molto grosso.
Finalmente, nella notte tra il 25 ed il 26 ottobre, l’attacco è arrivato. Oltre cento aerei da combattimento (più di quelli che possiede una nazione europea di media potenza) sono decollati e dopo aver attraversato i cieli giordani ed iraqeni (Israele non si preoccupa più di tanto di violare la sovranità di altri Stati) sono arrivati ad un centinaio di chilometri dai confini iraniani ed hanno fatto partire due salve di missili.
In realtà sembrerebbe il classico caso nel quale si può dire che “la montagna ha partorito il topolino” in quanto i danni causati dall’attacco di ben cento caccia-bombardieri sarebbero stati assolutamente limitati. Tanto limitati da costringere le Autorità israeliane a commettere un falso clamoroso. E’ stata infatti spacciata per un’immagine del bombardamento quella che era una fotografia di un incendio scoppiato in una raffineria iraniana nel 2021. Le vittime iraniane sono state quattro, nulla rispetto alle decine di migliaia di cittadini di Gaza e di Libanesi che hanno già trovato la morte sotto le tonnellate di bombe scaricate dagli aerei israeliani sulle loro case. Inoltre nessuna immagine satellitare è stata mostrata nei giorni successivi per dimostrare i danni causati dall’attacco e se si pensa alle spaventose distruzioni che l’IDF (Israeli Defence Force) ha provocato e sta provocando a Gaza ed in Libano non può non sorgere qualche dubbio su quanto sia avvenuto realmente nella notte tra il 25 ed il 26 ottobre in territorio iraniano.
Due a mio avviso le ipotesi principali:
1) tra Israele ed Iran è in corso una vera e propria sceneggiata dove entrambi fanno finta di colpirsi, ma in realtà si guardano bene dal causarsi grossi danni per non dare il via ad una pericolosa escalation. Intendiamoci, non che i due Stati si amino, al contrario, ma possono aver raggiunto un accordo segreto secondo il quale si concedono di mostrare reciprocamente la faccia feroce rispettando però dei limiti che impediscano di arrivare allo scontro diretto. In effetti subito dopo l’azione israeliana numerose fonti avevano rivelato che Tel Aviv aveva comunicato a Teheran non solo l’ora l’ora dell’attacco, ma addirittura quale bersagli avrebbe colpito. Se questa informazione fosse vera l’ipotesi della commedia sarebbe confermata perchè nessuno, volendo effettuare un attacco devastante, fornisce prima al nemico le informazioni necessarie per poterlo respingere. Se così fosse le possibilità di una grande guerra regionale sono attualmente ridotte e gli unici a soffrire saranno i cittadini di Gaza, i libanesi ed i militari israeliani che stanno pagando un pesante tributo di sangue in particolare nel conflitto con l’Hezbollah libanese.
2) L’attacco era una cosa seria, ma l’Iran è riuscito a minimizzare i danni grazie all’uso di nuovi sistemi di difesa aerea. E’ la tesi sostenuta, tra gli altri, da Alistair Crooke, un ex dirigente dei Servizi britannici che assicura come il sistema di difesa aerea iraniana (probabilmente un sistema jamming elettronico russo di GPS coniugato con anti-stealth russo) ha agganciato i cacciabombardieri israeliani, costringendoli ad abortire l’operazione. Questo spiegherebbe perché gli aerei con la stella di Davide non siano arrivati fino ai confini iraniani (come fanno ad esempio quando bombardano la Siria dai cieli libanesi), ma abbiano sganciato i missili da lunga distanza rendendone più agevole l’intercettazione. In questo caso gli sviluppi della situazione sarebbero imprevedibili perché Israele farà tutto il possibile per ottenere un intervento diretto degli USA nel conflitto.
Ora si sta attendendo la controrisposta iraniani che, secondo un rito consolidato, viene preannunciata come “devastante”. Se e quando avverrà forse potremo avere una risposta agli interrogativi sorti con l’azione israeliana del 25 ottobre.
Mario Villani
- PS l'immagine mostra gli effetti di un solo missile lancato su Beirut...