venerdì 14 luglio 2023
Esteri
Guerre e Martiri sconosciuti
Inferno nel Burkina Faso

Sono assolutamente certo che se chiedessimo ad un gruppo di studenti liceali od universitari dove si trova il Burkina Faso otterremmo ben poche risposte sensate. Non credo che presso altre categorie sociali il risultato sarebbe particolarmente diverso. Persino su Internet, dove si trova di tutto, non è semplice trova notizie su questo Paese. Chiariamo subito che parliamo di una nazione africana con una estensione pari a due terzi di quella italiana ed una popolazione di circa 22 milioni di abitanti. Il Burkina Faso confina con il Mali a nord, il Niger a est, il Benin a sud-est, il Togo e il Ghana a sud e la Costa d'Avorio a sud-ovest. La sua capitale è Ouagadougou e la sua forma di governo è una repubblica semipresidenziale il cui capo dello Stato, eletto ogni cinque anni, è anche responsabile dell'esecutivo. I suoi abitanti si chiamano burkinabé. La suddivisione religiosa vede circa il 50% di musulmani il 30% di Cristiani ed il 20% di seguaci delle religioni animiste. Dal 2015 questo piccolo e poverissimo Paese è entrato in una spirale di terrore che non accenna a diminuire. Dai confini settentrionali sono penetrate bande di islamisti, che sono riusciti a trovare appoggi ed alleati anche in parte della popolazione locale e che hanno iniziato una vera e propria operazione di pulizia etnico-religiosa in particolare contro i Cristiani. A queste bande si sono aggiunte milizie locali e gruppi di criminali comuni che approfittano della situazione di caos per saccheggiare la popolazione civile, rubando violentando e uccidendo. Sacerdoti e fedeli uccisi e chiese bruciate ormai non si contano più, l’ultimo spaventoso massacro è avvenuto nel villaggio settentrionale di Karma dove uomini armati in uniforme militare hanno trucidato 136 persone. L’attacco è avvenuto solo cinque giorni dopo a quello contro una base militare che aveva causato quaranta morti tra i soldati ed volontari.



Il Presidente della Conferenza Episcopale del Niger e del Burkina Faso, S.E Laurent Dabirè ha denuncato la drammatica situazione: “In Burkina Faso il terrorismo ha fatto registrare un aumento senza precedenti. E il 2023 si è aperto sotto i peggiori auspici con l’assassinio di un sacerdote il 2 gennaio scorso nel nord-ovest del Paese. La popolazione è stremata e molti piangono la perdita dei familiari. Interi villaggi sono stati distrutti e questo contribuisce ad abbattere lo spirito delle persone.” Monsignor Laurent Dabiré aggiunge che “il 50% del Paese è occupato e controllato da loro. Se alcuni gruppi hanno dichiarato esplicitamente le loro intenzioni, con altri sono sufficienti le loro denominazioni, come il Gruppo per il sostegno dell’Islam e dei musulmani (JNIM), per comprendere che esplicitamente mirano a imporre l’Islam a tutto il Paese, anche attraverso l’uso del terrorismo“. Monsignor Dabirè dà atto che il Governo cerca di fronteggiare la situazione, ma sottolinea che la debolezza delle forze di polizia e dell’esercito impediscono di garantire la sicurezza in molte regioni del Paese, tanto è verso che, ad oggi, vi sono quasi due milioni di sfollati interni. Se ben poco possiamo fare per aiutare questi fratelli perseguitati possiamo almeno ricordarli nelle preghiere e far sì, sia pure nella pochezza dei nostri mezzi, che il loro dramma non sia completamente ignorato.



Chiudo con una curiosità: se andate a leggere la pagina di Wikipedia sul Burkina Faso scoprirete che l’unica discriminazione che merita di essere sottolineata è quella contro la comunità LGBT…



Mario Villani




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