mercoledì 10 maggio 2023
Esteri
Il Paese più bombardato al mondo?
No! Non è una potenza belligerante del ventesimo secolo. E' un piccolo e inerme paese del SUD-EST asiatico.

Poniamo che ci venga posta una domanda, del tipo di quelle che settimanalmente appaiono sulla mitica rivista " La settimana enigmistica": quale è il Paese che ha subito più bombardamenti al mondo nella storia umana? A chi ha un'infarinatura di storia o qualche reminiscenza scolastica, probabilmente il pensiero potrebbe andare all'Inghilterra di Winston Churchill, alla Germania del "Terzo Reich", al Giappone imperiale o, più vicino nel tempo, al Vietnam post coloniale; tutte nazioni, volenti o nolenti, coinvolte in guerre dichiarate. Ebbene tali risposte sarebbero immancabilmente errate. La nazione più bombardata al mondo è il piccolo e geopoliticamente ininfluente Laos. Tale Paese, ex protettorato e colonia francese, divenne indipendente nel 1954 in seguito agli accordi sull'Indocina siglati a Ginevra tra le potenze che prevalsero nella seconda guerra mondiale insieme alla  neonata Repubblica popolare cinese.



Il Laos, come d'altronde altre nazioni indocinesi, non era, per cosi dire, un Paese tranquillo; si era in piena guerra fredda, il comunismo, in questo caso di stampo cinese, imperversava in buona parte del sud-est asiatico e anche il Laos, come i suoi confinanti Vietnam e Cambogia, era funestato da fazioni in continua lotta fra loro. Comunque sta di fatto che nel 1962 ottenne, sempre a Ginevra lo statuto di Paese neutro. Ma nonostante ciò per al povero Paese asiatico le cose non andarono affatto bene. Infatti, nonostante fosse una nazione neutrale alla quale nessuno aveva dichiarato guerra era, per così dire, nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Nel 1964 gli U.S.A, al fine di scongiurare quello che definivano effetto domino, cioè il contagio comunista che già li aveva spinti ad intervenire nella fallimentare guerra di Corea circa un decennio prima, decisero di "risolvere", una volta per tutte, la questione vietnamita dopo il fallimento francese. Come ben sappiamo gli Stati Uniti, in ottemperanza alla  "dottrina Truman" e dunque al contenimento del blocco comunista e, già presenti nel Vietnam con risorse e "consiglieri militari", ritennero opportuno incrementare il supporto al regime semidittatoriale sud-vietnamita. Già nel 1963 l'allora presidente americano J. F. Kennedy aveva aumentato fino a 30.000 uomini il contingente di consiglieri militari al fine di addestrare l'esercito del Vietnam del sud. Nello stesso anno però Kennedy fu assassinato e lo fu anche il presidente sud-vietnamita Ngo Dinh Diem. Dopo vari colpi di stato il Paese asiatico  passò nelle mani N. Van Thieu, che instaurò un regime all'altezza del precedente, cioè corrotto e dittatoriale, ovviamente con l'appoggio degli Stati Uniti. Gli americani, fino al quel frangente non erano ancora entrati apertamente in guerra, per farlo avevano bisogno di un pretesto e, in questi casi, "stranamente" il pretesto arriva puntualmente: alcune unità navali americane di stanza presso il Golfo di Tonchino "subirono" un attacco del Vietnam del Nord. Dunque il nuovo presidente degli U.S.A. Lyndon Johnson, a fronte di tale "attacco", ruppe gli indugi e nel 1964 quello americano divenne un vero e proprio intervento bellico: il contingente fu continuamente rinforzato per dieci anni. Nel febbraio del '65 iniziarono i bombardamenti contro il Vietnam del Nord, nel '68 i militari americani in campo erano 500.000 e i costi di quella che i francesi, anni prima, avevano definito una "sporca guerra" avevano raggiunto cifre assurde.



Come ben sappiamo gli Stati Uniti impiegarono dieci anni e un enorme dispendio di risorse e di uomini per perdere indecorosamente quella sporca guerra. Ma il Laos? Cosa c'entra il Laos con questa storia? Beh c'entra e parecchio pure. L'esercito americano era moderno e all'avanguardia adatto a una guerra meccanizzata, ma non era per nulla idoneo ad affrontare una guerriglia partigiana. Stava adottando tattiche completamente inadatte al territorio in cui si combatteva e totalmente inefficaci contro la peculiare organizzazione dei guerriglieri sud-vietnamiti: i Vietcong. Incapaci di venirne a capo gli americani bombardavano con materiali come il napalm col risultato di sterminare in prevalenza la popolazione inerme. Sapendo che i guerriglieri del Vietcong si mischiavano nei villaggi del sud deportarono i contadini che ci vivevano in "villaggi strategici" circondati da filo spinato, in pratica veri e propri campi di concentramento.

Molto spesso la caccia ai Vietcong nei villaggi sfociava in veri e propri massacri di donne e bambini. Dunque forse col passare del tempo gli U.S.A. si resero conto che i francesi avevano ragione: quella era una maledetta sporca guerra. Ma loro erano gli imbattibili yankee, non potevano ammettere di essere battuti da un popolo di straccioni. Dunque bisognava farla finita una volta per tutte con quei maledetti guerriglieri del Vietcong e con i loro protettori del Nord. Sapevano che l'asso nella manica dei loro nemici era un ingegnoso sistema di spostamenti attraverso sentieri nascosti in montagna e nella giungla. I sentieri erano collegati ad un sistema di tunnel e in quel mondo sotterraneo c'era tutto ciò che serviva per sopravvivere e scomparire dopo ogni attacco o imboscata. Era il cosiddetto Sentiero di Ho Chi Minh. Si dava il caso che tale invisibile sentiero passasse in buona parte oltre il confine vietnamita cioè nel Laos. Ma quello era uno stato neutrale riconosciuto come tale anche dagli Stati Uniti, dunque che fare? Beh si bombarda il Laos, ma con discrezione senza clamore. E fu così che gli U.S.A. diedero inizio alla cosiddetta guerra nascosta cioè non dichiarata al piccolo stato asiatico. Sganciarono sul Laos una quantità immane di bombe stimata in circa due milioni di tonnellate, più o meno quante quelle utilizzate nell'intera seconda guerra mondiale; tutte in un'area molto limitata. Furono effettuati 600.000 raid con punte di una "missione aerea" ogni otto minuti. Non riuscirono a distruggere il misterioso sentiero, ma in compenso, devastarono territorio e popolazione inerme soprattutto con l'utilizzo di 270 milioni di bombe a grappolo. Un'arma micidiale: ogni contenitore ne ospitava 400 e venivano sparse prima di toccare il suolo. Probabilmente non hanno mai colpito un Vietcong, ma in compenso cadevano ovunque: nelle strade, nei fiumi nelle coltivazioni. Moltissimi bambini sono morti attratti da quelle piccole palle con le quali giocavano ignorandone il pericolo. Molte persone continuano a morire nel paese più bombardato del mondo perché, circa un terzo delle bombe, non esplosero; nonostante varie bonifiche molte sono ancora li pronte a fare nuove vittime. Lo Zio Sam ha lasciato il suo souvenir.                                  



Urbano De Siato




domenica 14 maggio 2023
bello. bravo.

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