domenica 24 gennaio 2010
Cultura e società
Di cancro si può guarire (anche senza chemioterapia)?
La seconda parte dell’articolo

La radioterapia oncologica e la chemioterapia hanno come obbiettivo quello di uccidere il maggior numero possibile di cellule neoplastiche senza curarsi più di tanto del fatto che anche il fisico dell’ammalato riceve in questo modo un danno grave e talvolta irreparabile. L’obbiettivo della cura è quindi il tumore e non l’ammalato.
La prospettiva del prof. Di Bella è diversa, il tumore non viene visto come una realtà quasi indipendente dal fisico di chi lo “ospita”, ma come un tutt’uno con questo fisico che quindi deve essere il vero obbiettivo della cura. Più che la distruzione del tumore la terapia Di Bella ha come finalità il controllo della sua crescita in modo che l’ammalato possa conviverci per lunghi anni e, talvolta, grazie alla forza del suo sistema immunitario anche eliminarlo.
In particolare con il suo protocollo terapeutico, che si avvale di numerosi farmaci, il professore modenese si prefiggeva:
1) impedire o quantomeno rallentare la crescita della neoplasia. Per crescere il cancro si avvale di enzimi e ormoni che il nostro stesso corpo produce e che quindi vanno disattivati. I principali sono l’ormone della crescita (GH) e la prolattina contro i quali vengono impiegati la somatostatina, cabergolina e bromocriptina (questa intuizione è stata recentemente condivisa anche dal premio Nobel Schally).
2) Bloccare le mutazioni delle cellule cancerose. Le cellule neoplastiche hanno questa drammatica capacità; come le creature aliene di un film horror riescono a modificare la propria struttura divenendo sempre più aggressive, resistenti, proliferative, tossiche e mobili. E’ uno dei grandi limiti della chemioterapia ufficiale (l’altro è l’estrema tossicità): uccide sicuramente un certo numero di cellule neoplastiche, ma ha un effetto fortemente mutageno nei confronti di quelle che sopravvivono. Al termine della chemioterapia quindi l’ammalato rischia di trovarsi con un tumore forse di dimensioni più ridotte, ma probabilmente più aggressivo e sicuramente ormai farmaco-resistente. Contro il rischio di queste mutazioni il protocollo Di Bella prevede l’impiego di melatonina (complessata con adenosina e glicina), vitamine A, E, C e D3. Mentre per indebolire le cellule tumorali e spingerle alla apoptosi (suicidio programmato) viene impiegato un chemioterapico (ciclofosfamide) a bassissime dosi.
3) Melatonina e vitamine hanno anche la funzione di favorire il conseguimento del terzo obbiettivo che si propone la cura, vale a dire rafforzare il sistema immunitario dell‘ammalato.
Ritengo doverosa una precisazione. Secondo il professor Di Bella, ed i medici che ne seguono il protocollo, queste sostanze hanno un effetto sinergico tra di loro e sono realmente efficaci solo se assunte tutte e secondo le dosi e le modalità studiate caso per caso dai terapeuti. Dico questo onde evitare che qualcuno, avendo purtroppo in casa un problema oncologico, si faccia venire in mente di pasticciare con queste sostanze che sono pur sempre farmaci potenti e non del tutto privi di effetti collaterali ( seppure non paragonabili a quelli della chemioterapia).
I meccanismi d’azione del protocollo Di Bella (e di terapie similari, definite biologiche) sono stati ampiamente illustrati in un convegno tenuto a San Marino il 16 gennaio a cui sono intervenute oltre settecento persone, tra cui numerosissimi medici. Convegno a cui i grandi mezzi di informazione, quelli sempre pronti a riportare ed incensare qualsiasi esternazione di Veronesi, non hanno ritenuto di dedicare attenzione alcuna.
Emerge ora la domanda drammatica: la terapia Di Bella è efficace o no contro il cancro?
Non sono un ricercatore, non sono un oncologo e non sono neppure un medico. Non credo proprio quindi di essere la persona adatta a dare una risposta ad una simile domanda. Però non sono neppure uno stipendiato di qualche multinazionale farmaceutica e quindi conservo un cervello che, per quanto scarsamente funzionante, è libero e quindi registra quanto vede e ascolta. E poi riferisce. Bene, la seconda parte del convegno è stata dedicata alla illustrazione dei risultati conseguiti con la terapia Di Bella.
Citerò solo due casi clinici illustrati (e documentati) dagli stessi medici curanti.
A un bambino di sette mesi (!) viene diagnosticato un neuroblastoma nel basso addome, delle dimensioni di trenta centimetri, che ha addirittura dislocato gli organi interni e che, per le sue dimensioni è inoperabile. I genitori rifiutano di sottoporre il piccolo alla chemioterapia (fortunatamente non hanno trovato un giudice che gliel’ha imposta) ed iniziano la cura Di Bella. A distanza di sei mesi il tumore si è ridotto del 50%. A quattordici mesi la remissione è completa e del neuroblastoma non vi è più traccia. Oggi il bambino ha nove anni, sta bene ed assume solo, in via preventiva melatonina e retinoidi.
Ad una persona di quarant’anni viene scoperto un carcinoma renale di nove centimetri con metastasi epatiche, polmonari, encefaliche e a livello di linfonodi mediastinici. In altre parole una condanna a morte sicura. L’ammalato inizia la terapia Di Bella ed a distanza di sei mesi registra la stazionarietà delle lesioni neoplastiche (un risultato già incredibile perché normalmente giunto a questo stadio metastatico diffuso un tumore non lo ferma più nessuno, men che meno per sei mesi). Ad una successiva TAC, fatta dopo dodici mesi dall’inizio della terapia, emerge che sono scomparse le metastasi encefaliche e polmonari. Dopo diciotto mesi nuovo controllo, la lesione al fegato si è dimezzata mentre è stazionario il tumore principale al rene. Dopo ventiquattro mesi si registra una ulteriore diminuzione della metastasi epatica e persino il tumore al rene ha cominciato a ridursi. Ad oggi l’ammalato è vivente, gode di buona salute e le lesioni neoplastiche residue appaiono inattive.
Di fronte a casi talmente eclatanti credo che sia difficile insistere sul solito discorso secondo cui le sperimentazioni ufficiali hanno sancito che la terapia Di Bella è inefficace. Una cura inefficace non fa sparire un neuroblastoma di trenta centimetri e non ferma un carcinoma renale in piena diffusione metastatica. Ergo di inefficaci direi che ci sono state solo le sperimentazioni ufficiali.
Certo, purtroppo devo aggiungere che la terapia Di Bella non è sempre così efficace. Il dott. Norsa, uno dei relatori del convegno di san Marino, ha illustrato alcune decine di casi di ammalati di adenocarcinomi polmonari ad uno stadio molto avanzato (prognosi di tre mesi di sopravvivenza) curati con il protocollo Di Bella ed ha ammesso che molti -in particolare tra i precedentemente chemiotrattati- non hanno avuto un beneficio in termini di prolungamento della vita. Alcuni però sono arrivati fino a trenta mesi. Non male per una cura “inefficace”.
Da queste risultanza emergerebbe come la terapia Di Bella possa sicuramente essere aggiunta all’arsenale delle armi in mano alla medicina per combattere il cancro in quanto non sembrerebbe meno efficace della chemioterapia e sicuramente è meno tossica.
Allora perché la “scienza ufficiale” l’avversa così ferocemente?
Direi che vi sono due motivi. Il primo economico. La chemioterapia è un business di dimensioni colossali. Ogni anno lo Stato destina esattamente un terzo della sua spesa farmaceutica a chemioterapici, spesso e volentieri inutili. E’ un vero e proprio fiume di denaro che finisce nelle mani delle multinazionali farmaceutiche. Direte, possibile un simile cinismo? Speculare addirittura sugli ammalati di cancro? Teniamo conto che quanto ad avidità e spregiudicatezza le multinazionali del farmaco sono inferiori, forse, solo ai banchieri. Non sono arrivate ad inventarsi una pericolosissima pandemia mondiale solo per vendere milioni di dosi di vaccino inutile?
L’ostilità ufficiale verso la cura Di Bella ha però anche una seconda motivazione. Lasciamo che ce la spieghi il dottor Giuseppe Di Bella in una sua recentissima intervista al giornale online Lucidamente.com.
“La terapia del professor Luigi Di Bella ha i nemici peggiori e in assoluto i più pericolosi nei circoli che gestiscono il potere globale e centralizzato. Tutta l’opera di mistificazione, disinformazione e falsificazione è interamente orchestrata da chi ha molto da perdere in termini di potere. Questo potere si articola su alcuni punti strategici: l’economia, la politica e l’informazione” “L’affermazione della terapia Di Bella verrebbe a minare le strutture portanti del potere mondiale” che non ne riceverebbero solo un danno economico, ma “la delegittimazoine di questo potere, che è basato sul falso e sullo sfruttamento della gente. L’arma più pericolosa contro di loro è la verità. La falsificazione e l’inquinamento delle coscienze sono totali e le più gravi della storia dell’umanità. Il loro ideale è avere un mondo di plagiati, acefali o microcefali, possibilmente drogati, alcolizzati, degenerati, incerti, incolti, impauriti e rassegnati. Ecco, questa è la società in cui possono prosperare”.
A chi allude il dottor Di Bella? Ve lo lascio indovinare…

Mario Villani

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