sabato 7 giugno 2025
Cultura e società
Figli e figliastri
Stavolta il morto non era un magrebino quindi…

Sono passati pochi giorni, è dell’inizio del mese la notizia che in provincia di Bologna tre giovani originari del Nord Africa, nel tentativo di sfuggire a un controllo dei Carabinieri, si sono schiantati con la loro BMW contro una Renault Clio a bordo della quale viaggiavano due coniugi di Sant’Agata Bolognese uccidendo un imprenditore agricolo di 56 anni e mandando all’ospedale in prognosi riservata la moglie poco più che cinquantenne che conduceva la vettura.



Il ventiduenne alla guida della BMW era sì nato e residente in Italia, come si sperticano a sottolineare alcuni giornali, ma di origine nordafricana, sintomatico peraltro come nessuna testata riporti i nomi degli occupanti della BMW ma solo ed esclusivamente i dati anagrafici dei due coniugi investiti. Vien quasi da pensare che dai nomi, una volta pubblicati, si possa risalire alla vera nazionalità dei ragazzi e che se si chiamassero Pietro o Giuseppe i giornali si sarebbero precipitati a palesarli.



Sulla BMW sono state trovate dosi di cocaina, il conducente, pregiudicato, è stato fermato per omicidio stradale. Una tragica fatalità, gli incidenti sono sempre successi, nessuna grancassa mediatica, nessuna presa di posizione di esperti istituzionali o delegati alla sicurezza, è morto solo un innocente agricoltore della provincia di Bologna la cui unica colpa è stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.



Tutt’altra storia se muore un egiziano. Eh no, se muore un egiziano a bordo di un mezzo inseguito dai Carabinieri allora… è tutta un’altra storia.



Come certamente ricordiamo tutti il 24 novembre dello scorso anno il passeggero di uno scooter Yamaha inseguito dai Carabinieri è morto in seguito all’impatto con un cartello stradale a Milano. Apriti cielo. Prese di posizione di Gabrielli secondo il quale “bastava prendere la targa”, il ministro dell’Interno Piantedosi che auspica un incontro con i genitori del ragazzo, denunce da parte del conducente dello scooter, quattro carabinieri di due diversi equipaggi tutti indagati, ipotesi di omicidio stradale a carico dei militari accusati di aver pressato e forse speronato lo scooter durante l’inseguimento, i PM valutano addirittura l’omicidio volontario come richiesto dai legali della famiglia della vittima, cortei con scontri a Milano, Roma, Bologna, bomba carta contro un commissariato a Torino, eco per settimane su tutti i mezzi di informazione. Ancora il 5 giugno una nuova denuncia da parte del conducente dello scooter a carico dei militari.



Del povero agricoltore italiano non si parla già più. Eppure… anche la sua morte potrebbe per assurdo essere addebitata ai Carabinieri… già, perché stavolta i militari, evidentemente preoccupati di poter incorrere in accuse assurde in caso di incidente, si sono ben guardati dal pressare o tentare di fermare la BMW, limitandosi, come dichiarato, a inseguirla da lontano con sirene e lampeggianti accesi per mettere sull’avviso gli altri utenti della strada della situazione di pericolo rappresentata dall’auto in fuga. Non è bastato. Forse sarebbe stato meglio, potendo, speronarla e farla uscire di strada, probabilmente un padre di famiglia sarebbe ancora vivo. Pazienza, non si può prevedere tutto in una situazione di emergenza, l’importante è che i tre fuggiaschi siano ancora vivi e vegeti, poi ci penseranno i magistrati e le nostre leggi a rimetterceli quanto prima sulla strada.



Spero comunque che il ministro Piantedosi valuti una visita ai figli della vittima.



Vogliate perdonare questo mio piccolo sfogo.



Fabio Dalla Vedova.



P.S. personalmente sono convinto che ai mezzi che forzano un blocco le forze dell’ordine dovrebbero sparare.




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