sabato 27 gennaio 2018
Politica e economia
La “vergogna” della Chiesa: Papa Borgia
Utili precisazioni per chi si ritiene ancora cattolico

Per i cattolici di questi tempi non sembra esserci scampo. Sempre meno numerosi - almeno dalle nostre parti - i fedeli della “Catholica” sono in preda a una sudditanza culturale che non soltanto li ha condannati all'irrilevanza politica e sociale su questioni vitali per ogni persona umana, ma li ha pure talmente omologati al pensiero dominante da giungere al paradosso di scimmiottare quella vulgata anticattolica che considera la Chiesa come la responsabile delle peggiori nefandezze della storia. Insomma il cattolico per non essere messo alla berlina è costretto a compiere continui mea culpa sulle Crociate, l'Inquisizione, Galileo, i Conquistadores fino a Pio XII, il “papa di Hitler”, sui gay e chi più ne ha...



Accuse che suonano come un disco rotto e che qualche tenace apologeta, ribattendo colpo su colpo, ha dimostrato essere vere e proprie fandonie, spesso messe in piedi ad arte dai nemici della Chiesa. Ma sempre accuse che sono entrate nell'opinione comune, la cui messa in discussione comporta il passare per bigotti e reazionari.



Ciò vale anche per le figure più imbarazzanti per un cattolico, quelle che il santone laicista di turno è pronto a sbattervi in faccia, come un asso nella manica, una volta esauriti tutti gli argomenti a disposizione. Difficile non pensare ad Alessandro VI, il “famigerato” Papa Borgia il cui solo nome fa arrossire di vergogna qualsiasi fedele pur armato di buona o buonissima volontà.



Su questo personaggio esiste una letteratura popolare, non priva di contorni pruriginosi, che lo ha dipinto di volta in volta come un indefesso intrallazzatore, un avvelenatore di cardinali o un maniaco sessuale le cui pulsioni sono sfociate in un rapporto incestuoso con la figlia Lucrezia. Insomma quanto di peggio si possa dire di un essere umano e nello specifico di un Papa. Intendiamoci, la vita del soggetto in questione presenta parecchi aspetti che hanno ben poco a che fare con il modello evangelico e con la condotta di tanti suoi predecessori e successori sul soglio di Pietro: amore smodato per il lusso, amanti, figli sparsi a destra e a manca e l'elenco potrebbe continuare a lungo.



Da un certo punto di vista si potrebbe dire che Papa Alessandro VI è un figlio tipico del Rinascimento, un tempo in cui ci si era liberati dell'ascetica medievale senza sostituirla con niente che potesse assomigliarle. Su questo Pontefice pesa poi l'aggravante di non aver fatto nulla o quasi per coprire un'esistenza piena di eccessi, se non altro per non recare scandalo ai fedeli.



Eppure le critiche rivolte a Rodrigo Borgia si appuntano esclusivamente sulla sua vita personale e non tanto sul suo ruolo specifico di Capo della Chiesa. Anche un fustigatore di costumi come fu quel “sant'uomo” di Girolamo Savonarola - che di Papa Borgia ne disse di tutti i colori - non sembra discostarsi da questo cliché. Il pontificato di Alessandro VI dal punto di vista canonico fu ineccepibile poiché non fece mai un gesto che impegnava il suo ruolo di successore di Pietro, né pubblicò mai un documento che lasciasse adito a qualsivoglia dubbio sull'ortodossia dottrinale.



A lui potrebbe addirsi la famosa locuzione “predica bene ma razzola male” , con l'avvertenza di non considerare questo atteggiamento nel senso completamente negativo che riveste in certa morale corrente. Se il compito precipuo del Papa è di conservare il deposito della fede e trasmetterlo intatto al popolo cattolico, il fatto stesso di “predicare bene” anche al netto di tutti i limiti personali, non è qualcosa di accessorio e neppure di scontato se consideriamo esempi che il passato della Chiesa – ma ahimè anche l'attualità – ci presenta.



Checché se ne dica i meriti di Alessandro VI non sono pochi. Dal punto di vista strettamente spirituale egli fu un Papa mariano ed eucaristico. Raccomandò l'adorazione del Santissimo Sacramento e la preghiera del Rosario in tempi in cui queste pie pratiche non erano ancora diffuse. A lui poi si deve l'introduzione dell'Angelus, la preghiera che ancora oggi il Papa recita ogni domenica dinnanzi a migliaia di fedeli.



Sempre a Papa Borgia si deve l'intensificarsi delle missioni soprattutto in Africa e in America. Proprio su quest'ultima il suo impegno fu particolarmente intenso anche alla luce del fatto che la sua elezione a Pontefice avvenne appena due mesi prima la scoperta del Nuovo Mondo.



Alessandro VI ebbe un ruolo fondamentale nella divisione dei territori americani tra le due potenze marittime del tempo – Spagna e Portogallo – risolvendo un contenzioso dalle imprevedibili conseguenze. Il Borgia trovò una brillante soluzione con la “raya”, una linea di demarcazione tra le colonie delle due corone: ad est della “raya” quelle di influenza portoghese, a ovest quelle spagnole.



Viste le sue origini, si poteva sospettare che il Papa avrebbe favorito i regnanti spagnoli. In realtà la sua fu una decisione equanime e soltanto più tardi si seppe che ad ovest della linea vi era una vasta area di territori inesplorati. Il fatto che le due potenze si erano rivolte a lui per dirimere la questione è una testimonianza del prestigio che il Papa godeva tra le élite cattoliche del tempo.



Del resto già nei panni di cardinale, Borgia si era prodigato affinché venisse reso pienamente regolare il matrimonio tra Isabella di Castiglia e Ferdinando d'Aragona perciò l'unione delle due corone che, com'è noto, costituì la base per la definitiva cacciata dei Mori dalla penisola iberica. Alessandro VI conferì a Ferdinando e Isabella il titolo di “Re Cattolici” e concesse loro il patronato sulle nuove terre scoperte a condizione che i suoi abitanti fossero evangelizzati e trattati secondo la dignità di figli di Dio. Per contro non ebbe paura di rimproverare ai due regnanti alcuni eccessi dell'Inquisizione e fu l'unico capo di stato a dare riparo alle navi cariche di marranos, gli ebrei falsamente convertiti al cattolicesimo, cacciati per le loro attività sediziose contro la corona spagnola.



Sul piano della politica estera, mentre alcune potenze del tempo come Venezia preferirono stringere accordi con gli infedeli, Papa Borgia si adoperò per allestire una flotta che allentasse la pressione turca dalle basi cristiane. Sul fronte del governo interno, in una Roma sconvolta dall'emergenza della criminalità a seguito di un'esplosione di violenza senza precedenti, il Papa ristabilì l'ordine usando il pugno di ferro contro alcuni reati particolarmente gravi per i cui autori arrivò a comminare la pena di morte e il pignoramento dei beni.



L'amore smodato per il lusso e i fasti ebbero una contropartita nel suo mecenatismo e nell'interesse per ciò che atteneva al campo delle arti e della bellezza. Aspetti peraltro che hanno reso i Papi del Rinascimento ammirati anche dai nemici della Chiesa. Ben diverso invece dovrebbe essere il metro di giudizio cattolico verso i Papi moralmente indegni, i quali d'altronde, non sono mai sai additati come modello dalla Chiesa. E non fare sconti nel giudizio della loro condotta non significa assecondare le leggende nere che si sono susseguite nel corso dei secoli.



Senza timore di smentita si può affermare che nella bimillenaria storia della Chiesa i Papi corrotti sono stati in numero di gran lunga minore rispetto a quelli che invece hanno onorato il proprio ufficio. Si pensi che su 265 papi ben 82 sono stati proclamati santi, 10 beati e uno è venerabile.



Cifre che confermano il famoso adagio di San Vincenzo da Lerino secondo il quale vi sono Papi che Dio dona, altri che tollera, altri ancora che lo stesso Padre Eterno ci infligge.



Una figura contraddittoria come Rodrigo Borgia, la cui vita privata non era all'altezza di un Pontefice ma che seppe svolgere il suo ministero in modo irreprensibile, è lì a dimostrare l'indefettibilità della Chiesa anche in tempi assai difficili.



Questo Papa non cercò mai di legittimare il proprio disordine morale cambiando la dottrina come vorrebbe quell'etica della situazione così in voga tra i teologi e tanti ecclesiastici dei nostri giorni. Come fece cinque secoli fa Lutero, un certo mondo cattolico invece di migliorare la Chiesa, perseguendo una vera riforma dei costumi e la santità, cerca invece di affossarla distruggendone il bimillenario insegnamento. Proprio il tradimento di questo milieu pseudocattolico, composto dai novelli seguaci dell'eresiarca tedesco, appare oggigiorno il vero guaio per la Sposa di Cristo.



 



Massimo Scorticati




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