sabato 9 dicembre 2017
Cultura e società
Italiani in via di estinzione
Il crollo demografico italiano è frutto della guerra ideologica alla famiglia naturale

Negli anni settanta del secolo scorso lo storico francese Pierre Chaunu pubblicò un libro dall'eloquente titolo "La peste bianca". La più nota "peste nera" che decimò le popolazioni europee durante il Medioevo era causata da un virus oggi ben identificato e colpiva chiunque; giovani, vecchi e bambini. La peste bianca di cui parla Chaunu colpisce solo i giovani nel senso che ne fa precipitare il numero nella popolazione europea; la peste bianca infatti è l'epidemia della sterilità volontaria che svuota i reparti di maternità. Chaunu lanciava il suo allarme quaranta anni fa; nel frattempo la stuazione è, ovviamente, peggiorata: in tutti i paesi europei il tasso di fertilità non raggiunge quello che, secondo la matematica, dovrebbe garantire almeno una popolazione costante. Secondo la statistica, infatti, pare che una popolazione resti costante se ogni donna fertile mette al mondo 2.1 figli; ebbene, in nessun paese europeo ciò avviene, pare insomma che in Europa non nasca quasi più nessuno. I paesi europei con il più alto tasso di natalità sono Francia, Irlanda e Svezia con circa 1.9, gli altri sono tutti intorno a 1.3 Italia compresa. A proposito di Italia, l'Istat ha recentemente pubblicato il rapporto sulla popolazione stando al quale le nascite nel nostro paese non sono mai state cosi basse fin dall'unificazione nazionale. Nel 2016 la popolazione italiana è calata di 134 mila persone; si tratta della popolazione di una città di medie dimensioni. A quanto risulta in Italia nascono 1.34 figli per donna ma, questa è la media che include anche le straniere residenti nel nostro paese che ne fanno 1.95 a testa perchè, se si escludono quelle, le italiane ne fanno solo 1.27; pare insomma che l'Italia sia il paese al mondo dove nascono meno bambini; come ha notato sagacemente il Prof. Stefano Zecchi "se andiamo avanti di questo passo, saranno soltanto le coppie gay a volere dei figli, così si darà ancora maggiore sviluppo all'indecente mercato degli uteri in affitto. Dunque, in assenza di un'improbabile inversione di tendenza, gli italiani sono un gruppo etnico destinato all'estinzione considerando che dal 1990 il rapporto fra nati e morti nel nostro paese è negativo e sta peggiorando ogni anno che passa. Alcuni commentatori sui media hanno attribuito il nostro disastro demografico alla crisi economica che perdura da troppi anni, al precariato e alla enorme disoccupazione giovanile; chi scrive non dubita che motivi economici scoraggino chiunque a mettere al mondo dei figli ma non crede che siano la vera causa di un tale sfacelo. Tra la fine e degli anni 50 e l'inizio dei 60 del secolo scorso la situazione enonomica italiana non era floridissima, non c'erano bonus bebè ne incentivi di nessun genere e il reddito medio era molto basso ma, il tasso di natalità era molto più alto di quello attuale e non solo nel sud d'Italia. Cosa spingeva gli italiani di quegli anni a fare più figli? Sicuramente non la situazione economica che non era un granchè; le motivazioni erano ben altre, quelle che negli anni successivi si è alacremente proceduto a distruggere. Per le giovani donne dell'epoca diventare madri era un'aspirazione importane, il valore centrale della loro vita non un peso esistenziale; per i giovani uomini farsi una famiglia era un obiettivo da raggiungere anche senza disporre di cospicui redditi, non un opzione come un'altra E poi la famiglia era "la famiglia" composta da un padre una madre e dei figli non una qualsiasi unione "basta che sia felice".



 



Urbano De Siato




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