martedì 6 giugno 2017
Cultura e società
Blue Whale
Un messaggio per tutti i genitori

Un breve filmato ripreso da un cellulare:un ragazzo su un cornicione all'ultimo piano di un grattacielo,lo sguardo rivolto all'obiettivo,poi il salto. Potrebbe sembrare uno dei tanti films dell'orrore oggi così in voga,ed invece è solo cruda realtà,la realtà di un tragico gioco. Il nome? Blue Whale,balena blu,o balena azzurra,in riferimento al fatto che spesso alcuni esemplari di questi cetacei,o perché si sono perduti e non riescono a ritrovare il branco,o,il più delle volte,senza un preciso motivo, cercano la morte andandosi a spiaggiare.



Pare che in Russia,negli ultimi due anni,abbia causato circa 150 morti tra gli adolescenti,frequentatori di un gruppo web denominato F57,sigla che i partecipanti devono incidersi sulla pelle come prima prova del gioco. Sono cinquanta gli step da percorrere,si va sempre in crescendo: un giorno può essere un gesto di autolesionismo,l'altro una notte in bianco da passare nella visione di films horror,oppure ore ed ore all'ascolto di musiche e messaggi particolari,il tutto ben documentato per poter accedere al gradino successivo,il tutto assolutamente segreto.Poi ci sono le prove nascoste,che,pare,chiedano cose agghiaccianti. Al termine di questa discesa infernale il tatuaggio della balena blu sul braccio e il suicidio,rigorosamente filmato.Particolare non trascurabile:tutto questo iter viene compiuto sotto la supervisione ed il controllo di un enigmatico “curatore”.



Inutile dire che alla notizia dell'esistenza di questo non proprio innocuo passatempo si sia scatenato un vero e proprio allarme generale un po' ovunque,suscitando,anche da noi, l'interesse di polizia postale,media e tuttologi televisivi,per arrivare a parossismi di panico familiare,con genitori in preda a raptus che correvano per casa nel tentativo di spogliare i figli al fine di scoprire eventuali segni rivelatori del gioco in questione.



C'è invece chi ritiene che tutta questa cosa non sia altro che l'ennesima bufala del Web,e quindi,come tutte le altre,destinata ad essere scoperta in breve tempo.



Comunque sia,verità o finzione,questa vicenda un grosso merito l'ha avuto,quello di portare all'attenzione della gente un fenomeno inquietante da non trascurare,e cioè la grossa incidenza,all'interno di ogni società,del suicidio degli adolescenti. “Godi,fanciullo mio,stato soave,stagion lieta è cotesta”,scriveva il Leopardi nel 1800. Pare che,ai nostri giorni,questa stagione sia un po' più turbolenta ed inquieta che in passato:facendo riferimento solo agli anni settanta possiamo notare un sicuro aumento dell'incidenza del suicidio tra giovani,e peccato non avere statistiche più lontane nel tempo.



Sulle cause sono stati fatti gli studi più disparati e più che disparate sono anche le motivazioni ultime.Sicuramente va esaminato tutto alla luce del fatto che l'età adolescenziale,di per se,rappresenta un momento della crescita psicologica dei ragazzi molto particolare che li pone in una situazione di estrema fragilità,in quanto sentono la spinta ad affrancarsi dai genitori e dal mondo di sicurezze che questi garantivano loro e ne hanno paura come di un salto nel vuoto,escono dal mondo dorato delle fiabe dove si vive in eterno e piombano in una realtà con cui devono imparare a mediare,frenando gli impulsi e valutando le conseguenze delle proprie azioni,devono saper convivere,a volte, con le frustrazioni,senza che queste abbiano il sopravvento sull'autostima,elemento essenziale per instaurare sereni rapporti sociali. Se tutto ciò non avviene armonicamente si generano dei frustrati,persone a cui questa realtà non piace,e,dalla quale non ricevono le stesse gratificazioni che la famiglia gli aveva abbondantemente dato in precedenza,Di qui due elementi fondamentali che determinano certe scelte.La prima:cercare,con un salto nel buio,un mondo migliore privo delle sofferenze del presente.La seconda:un delirio di onnipotenza nel fatto di poter scegliere del proprio destino,superando le limitazioni della vita e della realtà in generale.



E questo mal di vivere sembra più diffuso di quel che sembra,se è vero che,Blue Whale a parte,esistono sul web centinaia di siti inneggianti al suicidio,in cui si ritrovano i giovani per scambiarsi opinioni sull'argomento e in cui vengono dati consigli su come attuare il gesto estremo.E' recentissima la notizia che è stato presentato,in Russia,un disegno di legge che prevede la condanna a sei anni di reclusione per chiunque istighi al suicidio sul web,condanna che sale a otto anni se in qualsiasi modo viene offerto aiuto per il compimento del gesto;non è tutto,ma mi sembra che si possa partire da qui,attivando le forze di polizia competenti per la sorveglianza di queste realtà.



La “sorveglianza”più efficace,comunque,deve partire da noi genitori. Lo dico da padre,un padre come tanti altri,con le stesse paure e inquietudini di non essere all'altezza del ruolo che cerco comunque di svolgere al meglio. Non ci sono ricette che garantiscano ottimi risultati con i figli,bisogna sempre sapersi destreggiare,cercando magari di comportarci con loro come i nostri genitori,in analoghe situazioni,avevano fatto con noi.



E che il buon Dio ci aiuti.



 



Claudio Pretari



 



 




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