giovedì 1 giugno 2017
Cultura e società
Quando il buon senso è vietato
L’emergenza criminale derivante dal’immigrazione incontrollata dilaga ma per le vestali del “politiclally corect” farlo presente è anatema. Lo stupro di Trieste e il caso Serrachiani.

 



 



 



 



 



 



La violenza sessuale è un atto odioso e schifoso sempre, ma risulta socialmente e moralmente ancora più inaccettabile quando è compiuto da chi chiede e ottiene accoglienza nel nostro Paese. Sono convinta che l'obbligo dell'accoglienza umanitaria non possa essere disgiunto da un altrettanto obbligatorio senso di Giustizia da esercitare contro chi rompe un patto di accoglienza. Per quanto mi riguarda, gesti come questo devono prevedere l'espulsione dal nostro Paese"



. Con queste parole il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, ha commentanto lo stupro subito da una ragazza di Trieste da un immigrato che, per ingannarla, le aveva chiesto aiuto per poi picchiarla e violentarla in un angolo della stazione. A causa di queste sue parole di assoluto buon senso la signora Serracchiani è divenuta bersaglio degli attacchi politicamente corretti da parte dei suoi compagni di partito e non solo. Lo "scrittore" Roberto Saviano, uno che si muove con la scorta pagata dallo stato per aver pubblicato un insulso tomo sulla camorra, "saluta l'ingresso di Serracchiani nella Lega; i consiglieri del PD milanese si sono detti addirittura sconcertati dalle considerazioni inaccettabili della Presidente friulana. Un deputato piddino "scissionista" si è detto allarmato dello scivolamento di un intero paese sul piano della civiltà, innanzitutto sull'uso delle parole, auspicando che qualcuno fermi un tale delirio. La signora Serracchiani ha ricevuto pesanti rimproveri anche da esponenti pentastellati e forzisti ansiosi di manifestare la loro solidarietà ai "poveri immigrati" auspicando un suo ravvedimento con tanto di scuse per la sua frase-choc. Ma che avrà mai detto di tanto choccante la presidente friulana? Qualsiasi individuo mentalmente normale e con moderata lucidità può dedurre che Debora Serracchiani non ha affermato, in astratto, che uno stupro commesso da un immigrato clandestino o regolare è più riprovevole di uno commesso da un italiano: in tal caso avrebbe detto una banale scempiaggine; ha solo evidenziato un'aggravante palese a chiunque. Perchè nel caso in questione e, in molti atri casi, lo stupratore è un idividuo che ha chiesto aiuto al Nostro Paese e che, nonostante nella stragrande maggioranza dei casi l'Italia non sarebbe tenuta a darglielo, tale aiuto lo ha ricevuto. Perchè, è bene ricordarlo, nell'oltre l'80% dei casi il cosiddetto profugo non sta scappando da nessuna guerra e quindi non è un profugo. Pertanto è un individuo che si è semplicemente approfittato dell'accoglienza e della fiducia che ha ricevuto; dunque lo stupro fa sempre schifo ma quello commesso da tale individuo è particolarmente esecrabile, fa ancora più schifo. L'immigrato che stupra non va espulso come, auspica la signora Serracchiani, ma incarcerato come qualsiasi italiano e poi rispedito da dove è venuto. Comunque una domanda sorge spontanea, una domanda da porre alla signora Serracchiani: Presidente, ma cosa mai le sarà venuto in mente da indurla a fare le dichiarazioni che hanno scatenato un tal putiferio? Si perchè lei ha commesso un'ingenuità imperdonabile: ha fatto ricorso al buon senso; ha ragionato con la sua testa da persona normale e, dovrebbe saperlo, questo lei non può permetterselo. Non può perchè fa parte di un partito che gli immigrati stupratori se li accoglie se li coccola e dunque se li merita. Cara signora Serracchiani lei milita in un partito che va in estasi anelando ad un meticciato globale che annulli qualsiasi diversità e che annulli soprattutto noi italiani; lei fa parte di una classe politica demente che sta accumulando un'enorme bomba sociale che, quando esploderà, gli stupri saranno ordinaria amministrazione.



No Presidente Serracchiani lei il buon senso non può permetterselo.



Urbano De Siato




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