mercoledì 22 settembre 2021
Politica e economia
San Pio X , il papa della dottrina e della tradizione
Torniamo su questa grande figura di Pontefice per fare un (triste) raffronto con la situazione della Chiesa di oggi

Giuseppe Melchiorre Sarto nacque a Riese (Treviso) nel 1835, secondo fra dieci figli in una modesta famiglia e già nel 1850 entrava in seminario dove rimase anche dopo la prematura scomparsa del padre due anni dopo. Il suo interesse per la catechesi, la liturgia e il canto sacro erano già forti in quegli anni giovanili nei quali veniva nominato parroco prima a Tombolo, appena ordinato sacerdote nel 1858 e poi nel 1867 a Salzano dove viene nominato sovraintendente scolastico , fondò una scuola serale per il latino e la musica e redasse il suo primo catechismo ad uso dei suoi parrocchiani. Nel 1875 il vescovo di Treviso lo chiama in curia come cancelliere, direttore spirituale del seminario e professore di religione. Le sue grandi capacità di educatore e organizzatore lo misero in luce e ben presto la gerarchia cattolica posò su di lui una particolare attenzione, tanto che nel 1884 fu ordinato vescovo a Roma e nel  1885 fece il suo ingresso nella diocesi di Mantova, una città difficile sia socialmente che spiritualmente, molto liberale e libertina, dove anche il clero cominciava ad abbracciare le nuove idee liberali e progressiste. Sarto mise subito mano alla situazione indicendo un sinodo diocesano dove diede le linee guida per il clero e i laici specialmente in campo sociale, una lotta ferma alle deviazioni progressiste socialiste, un pugno duro contro quel tumore spirituale che, non nuovo, stava avanzando rapidamente anche in molte anime buone e che prenderà il nome di “modernismo”.  

A Mantova Sarto afferma un modello di vita cristiana in un tempo difficile di vita sociale, la Chiesa cattolica e il nuovo Stato italiano vivono momenti di contrasti e tensioni, il popolo della fede ha bisogno di fermezza e di certezze, di guide e pastori che sappiano illuminarlo e indirizzarlo senza esitazioni, qui Sarto dimostra di essere un faro sicuro per le anime a lui affidate. Lo stesso pontefice regnante, Leone XIII, il papa della” rerum novarum”, la prima, grande enciclica sociale, si accorge della levatura di quest’uomo granitico nella fede ma eclettico nella carità, tanto da nominarlo cardinale nel 1893 per poi concedergli la prestigiosa sede di Venezia in qualità di patriarca. Ancora una volta Sarto lascia la sua impronta decisiva, la sua pastorale sul modello del concilio di Trento, il senso del sacro e del divino racchiusi in una liturgia impeccabile, la misericordia della chiesa nell’impegno sociale con lo sviluppo delle casse rurali a difesa dei ceti più deboli. Fanno di lui un paladino dell’autorevolezza e dell’indipendenza della Chiesa cattolica da qualsiasi potere terreno.

Quando il 20 luglio 1903 muore Leone XIII il cardinale Sarto è già sulla bocca di molti porporati per una possibile successione: la sua grande fede unita ad una bontà scevra da cedimenti dottrinali, la capacità organizzativa e le doti di un vero pastore di anime.Fanno di lui un candidato unico ed ideale in un momento storico di grandi cambiamenti nella Chiesa ma anche nella società civile. Il 9 agosto 1903 Sarto diventa papa con il nome di Pio X, il suo motto “instaurare omnia in Cristo” sarà il filo conduttore di tutto il pontificato, egli stesso dirà: “il nostro primo dovere sarà innanzitutto di insegnare, di proclamare e di difendere la verità la legge di Cristo”. Pio X rivitalizzò anche nelle sue strutture una chiesa vecchia, anche nello spirito, trasformò la curia romana, codificò il diritto canonico, entrò in tutti gli ambiti della vita della chiesa, fu il più grande papa riformatore degli ultimi secoli. Capì che il nemico era anche interno alla Chiesa, raggiungeva persino il clero e i seminari, le nuove dottrine che si diffondevano in campo teologico si riflettevano sulla sfera sociale e politica, il modernismo corrompeva e corrodeva non solo le anime, ma anche i luoghi, le istituzioni, questo nemico subdolo invisibile, era un sistema di pensiero fondato sull’agnosticismo e l’immanentismo e quindi del tutto in contrasto con la dottrina cattolica.

Il 16 settembre 1907 Pio X nella sua enciclica “Pascendi dominici gregis” condanna definitivamente il modernismo additandolo come “somma di tutte le eresie”, invita le gerarchie cattoliche a vigilare sul clero e su tutte le associazioni vicine alla chiesa, senza dimenticare le pubblicazioni, i libri e i giornali, altri veicoli del veleno modernista. Sarebbe impossibile riassumere in poche righe l’operato di questo papa perché toccò tutti gli ambiti della vita ecclesiastica e sociale, Pio X fu innovatore e rivoluzionario nel senso vero, buono del termine, non avversò la modernità ma avvertì le storture e i pericoli che portava con sé, non fu contro il progresso materiale e tecnologico ma contro il regresso spirituale e sociale. Capì che i tempi e le idee , il “mondo”, stavano cambiando rapidamente in una direzione pericolosa e la chiesa la “Barca di Cristo” doveva rafforzarsi  per non affondare nella tempesta che stava  per incombere. La preoccupazione era tale in lui che ancora pochi giorni prima di morire, il 27 maggio 1914, parlando ai suoi cardinali li invitava a combattere contro ogni errore, guardandosi dai falsi profeti, ad operare con slancio missionario per portare Cristo ad ogni uomo. Pio X morirà il 20 agosto 1914, amareggiato dalle notizie della guerra, che sconvolgerà l’Europa fino al 1918 con milioni di morti ( inutili) e danni morali e materiali mai patiti dall’umanità in tutta la sua storia. Pio X verrà canonizzato il 29 maggio 1954 da Pio XII ma purtroppo sarà ben presto dimenticato dalla storiografia e, purtroppo, da gran parte di quella stessa chiesa che così tanto aveva amato e servito. Fu il papa della sana dottrina e della tradizione quella vera ( tradere : portare al di là, consegnare, passare a ) perché consegnò alle future generazioni la verità di Cristo, il suo insegnamento, cioè la via sicura per il cielo e  la Vita eterna. Il modernismo purtroppo non è morto con lui, I suoi semi generano ancora zizzania. La chiesa del nuovo millennio ne è la prova lampante, una chiesa che ha abbracciato il” mondo” non per correggerlo , ma per compiacergli, per sottostare alle sue mode, per quieto vivere ha barattato la verità per una falsa ed ingannevole fratellanza, una nuova religione sincretista che il nome di un “volemose bene” mette tutte le fedi sullo stesso piano, non si è più fratelli in quanto figli di un unico Dio (Gesù Cristo) ma perché tutti condividiamo lo stesso pianeta e lo stesso destino. L’importante è “accogliere” “costruire ponti”, non creare barriere, non lasciare indietro nessuno, poi ognuno crederà al suo Dio, tanto questo è un particolare di poco conto, non vorrete mica litigare per così poco! La cosa più triste è che tutto ciò vede in prima fila la gerarchia cattolica (papa, cardinali e vescovi) che ( su indicazione  del governo italiano)ha  sbarrato le chiese e sospeso la fede per Covid 19, con la stessa facilità con cui si chiudono i bar e le palestre, ma non solo, perché per stare al passo coi tempi, alcuni” pretini” del terzo millennio negano la messa ai non possessori di green -pass, come se un non vaccinato non fosse degno dell’amore di Dio! Gli stessi che vorrebbero includere tutti, che farebbero bivaccare in chiesa chiunque (delinquenti e spacciatori inclusi) cacciano come degli appestati i loro fratelli in Cristo. Non vorrei essere nei loro panni nell’ultimo giorno, quando Dio chiederà a loro conto di questo scempio perché la sua misericordia non è esente dalla giustizia, e la sua giustizia non ha bisogno di un green-pass.

Fabio Pretari

 




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