sabato 17 aprile 2021
Cultura e società
L’esempio di Povia
Persino il mondo della musica leggera può produrre dei guerrieri

Una delle caratteristiche della nostra società è il dilagante opportunismo delle persone. Per un posticino di lavoro in una ASST o in un Ministero, una promozione nella carriera, una carica pubblica anche insignificante, in tanti sono disposto a calpestare i propri ideali, rinnegare amici e benefattori, tradire valori che fino ad un attimo prima si sosteneva fosse il fondamento della propria esistenza. Bene, se qualcuno, anzi, molti, sono disposti a vendersi per un posto di usciere in Banca o di consigliere comunale a Vizzolo Predabissi cosa sarebbero disposti a fare se il corrispettivo fosse la notorietà, l’ingresso nel mondo dei VIP, la ricchezza? Chi rifiuterebbe di essere accolto nel mondo dorato delle “primedonne” dello spettacolo al solo prezzo di accantonare, magari solo di “silenziare” temporaneamente, le proprie convinzioni e fare atto formale di accettazione del politically correct?



Bene una persona lo ha fatto. Si chiama Giuseppe Povia, nato a Milano (ma da genitori meridionali) il 19 novembre 1972 e dedicatosi alla musica leggera (dopo una giovinezza non poco burrascosa) a partire dall’anno 2000. Il palmares di Povia è impressionante: nel 2005 il suo primo brano di successo “I bambini fanno oh” ha vinto ben sette dischi di platino ed è rimasto in testa alla hit parade per ben venti settimane. Sempre nel 2005, a marzo Povia ha pubblicato il suo primo album Evviva i pazzi...che hanno capito cosa è l’amore” che, con oltre 100.000 copie vendute, gli ha fruttato il disco d’oro.



Nel 2006 ha vinto il Festival di Sanremo, nel 2008 gli è stato riconosciuto il premio Leone d’Oro alla carriera e nel 2009 è arrivato secondo al Festival di Sanremo con la canzone “Luca era gay” nella quale narrava di un giovane omosessuale che cambiava orientamento e tornava ad amare le donne. Questa canzone ha suscitato però polemiche perchè la potente lobby LGBT avviava una campagna contro di lui accusandolo di omofobia. Per Povia è stato il momento delle grandi decisioni. Recitare un accorato “mea culpa”, magari dedicare un bel pezzo ad un amore omosessuale, adeguarsi in tutto per tutto al politically correct e quindi proseguire nella sua carriera di successo oppure restare fedele alle proprie convinzioni nella consapevolezza che questa scelta lo avrebbe escluso dal grande giro dello spettacolo. Povia ha fatto questa scelta. Mi immagino quanti amici gli avranno dato del “cretino”. Mi sembra di sentirli “Ma dai, tu puoi continuare a pensarla come vuoi, l’importante è che quando canti non vai a toccare certi argomenti...” “Anche Lucio Battisti ( che era notoriamente di Destra) ha fatto questa scelta, perché tu vuoi fare l’eroe e rovinarti ?”. Ma Povia ha dato retta solo alla propria coscienza ed è diventato il cantore degli emarginati che non accettano il politically correct. Una scelta, lo dico senza enfasi, oggettivamente eroica.



I suoi due ultimi album “Nuovo Contrordine Mondiale” e “Imperfetto” toccano tutti i temi cari alla nostra area di pensiero, dalla difesa dei valori cristiani alla denuncia dei progetti mondialisti, dal no alla UE ed all’Euro alla critica della politica immigrazionista fino ad arrivare alle polemiche contro la gestione della cosiddetta pandemia. Canzoni come “Chi comanda il mondo” e “Immigratia” sono veramente un pugno negli occhi ai cultori del “politically correct”.



Naturalmente Povia ha cessato completamente di comparire nelle televisioni ed è perfino difficile organizzare un suo concerto. Si autoproduce i dischi e continua il dialogo con i suoi fans solo attraverso i social. Un artista così deve essere sostenuto, incoraggiato ed aiutato anche solo con l’acquisto e la diffusione dei suoi brani. Per chi volesse farlo questi sono gli estremi per il contatto: “Se vuoi acquistare i dischi di Povia scrivi a giuseppepovia@vodafone.it o telefona al 348.7623972“. Chi invece ancora lo conosce poco vada sul suo canale Youtube e apra i suoi video, sia quelli musicali che gli altri. Ogni clik è un aiuto. Ed infine preghiamo per lui, ha fatto una scelta coraggiosa e non priva di rischi, chiediamo che il Signore gli dia sempre il coraggio della coerenza, per continuare in una testimonianza oggi rara e preziosa. Grazie Povia!



Mario Villani




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