lunedì 22 marzo 2021
Religione
Gli Eroi dell'Europa Cristiana: San Luigi Gonzaga
Quando la Chiesa era in prima linea contro le epidemia...

   



 



 



 



 



 



 



 



 



 



La recente epidemia di COVID-19 con la sua lunga scia di morte e sofferenza si e abbattuta su un'umanità che si era scordata della caducità e precarietà della propria esistenza. Abituati a vivere pensare come se non dovessimo mai morire, questo tragico evento ci ha riportati alla realtà delle cose, a ripensare il nostro approccio alla vita abbiamo scoperto improvvisamente di non essere onnipotenti ma anzi, di poter soccombere di fronte ad un semplice virus.

La storia dell'umanità, che nessuno ormai insegna più, ci dice però che pestilenze, guerre ed epidemie sono sempre state una costante fin dai tempi più remoti e nonostante la pretesa deificazione della scienza e della medicina, lo saranno sempre. La chiesa cattolica, fin dalle sue origini, ha insegnato non solo ad accettare tutte le prove fisiche e spirituali di fronte a queste grandi tragedie, ma ha contribuito fattivamente con i suoi uomini a lenire le sofferenze delle persone in ogni tempo in ogni luogo.   Basti pensare che già nel secondo e terzo secolo, con la peste antonina e la peste di Cipriano i cristiani si prendevano cura dei malati, lo storico Ponziano ricorda come le loro attenzioni fossero rivolte non solo ai compagni di fede, ma a tutti gli uomini. Questa enorme opera di carità spirituale materiale continua nei secoli, pensiamo per esempio cosa è stato il monachesimo medievale nel campo dell' accoglienza e della cura dei viandanti, ogni chiosco aveva al suo interno locali adibiti a ricovero dei malati e una piccola farmacia, erboristeria per le cure necessarie.

Questa opera è proseguita nei secoli fino ai nostri giorni, pensiamo quanti uomini di fede si sono santificati spendendo la loro vita a fianco dei malati, dei moribondi. santi come Francesco, Giovanni Di Dio Camillo de Lellis, ai tempi più recenti con il cottolengo, Giovanni Bosco , Luigi Orione e Madre Teresa di Calcutta , Questi grandi apostoli della carità e testimoni di Cristo hanno segnato per sempre la storia del mondo , molti altri, i più anonimi ma non agli occhi di Dio, si sono spesi per testimoniare come la fede l'amore autentico, cristiano, del prossimo conti più di qualsiasi farmaco, perché guarisce l'anima prima ancora dal corpo. Tra i molti uomini di chiesa, giganti dalla fede vorremmo qui ricordarne uno in particolare, una figura speciale non lontanissima da noi nei secoli, un uomo che nella sua pur breve esistenza, incarnò perfettamente gli ideali dalla carità cristiana: San Luigi Gonzaga. Siamo nel sedicesimo secolo, Luigi nasce il 9 Marzo 1568 figlio di Ferrante, marchese di Castiglione delle Stiviere , vicino a Mantova e di una contessa piemontese, donna pia e devota che lascerà una profonda influenza su di lui . Luigi mostra già da piccolo capacità ed intelligenza superiori unite ad un carattere forte e deciso, tipico di un uomo già adulto ed esperto. Queste doti non comuni fanno di lui un predestinato un futuro marchese imperiale, il padre lo prepara fin dalla tenera età a questo compito, si può parlare di un destino segnato . Il giovane viene inviato alle corti più importanti del tempo come quelle di Firenze dai medici , di Mantova addirittura Madrid, nel 1582, dove regna Filippo II. Questo mondo dorato ma anche corrotto non fa presa su piccolo Luigi, anzi quasi per reazione lo convince ancora di più nel perseguire gli ideali più alti e duraturi tanto che all'età di soli 10 anni pensa già di consacrare la sua vita  a Maria, per amore di Dio ed al suo prossimo. Quella che poteva sembrare una stranezza divenne ben presto una certezza, Luigi aveva scelto la sua strada, la seduzione del mondo, le corti, il potere, le donne, svanivano nel nulla di fronte a una fede sempre più matura, nonostante la famiglia tentasse ancora di distrarlo facendolo viaggiare nelle città più ricche e  colte dal tempo come Parma, Ferrara Pavia, Torino, Luigi si mostrò docilmente irremovibile nella sua decisione di consacrare la vita Dio. La famiglia capì la profondità e la sincerità della sua scelta e anche se a malincuore, lo assecondò permettendogli di entrare nella Compagnia di Gesù a Roma nel 1587, dopo il noviziato, qui il giovane si mostrò subito speciale per le sue doti innate di intelligenza e capacità unita ad un carattere forte e deciso come la sua anima, un vero e proprio gioiello spirituale. La preghiera e la penitenza al limite dell' ascesi facevano di Luigi qualcosa di unico, gli stessi superiori prima erano sbalorditi dalla grandezza della sua fede che fu messa subito alla prova dai tragici eventi che colpirono Roma in quegli anni. Prima la siccità, poi la carestia e infine un'epidemia di tifo misero in ginocchio la città, i gesuiti da subito prestarono opera di assistenza , Luigi fu infaticabile nell’ assistere malati e moribondi, portando conforto e speranza , lui, di sangue e anima nobili girava i palazzi dei signori romani chiedendo l'elemosina per i suoi assistiti. Il suo amore per gli ultimi non lo salva però dal contagio , anche Luigi finisce vittima della pestilenza ma la malattia non lo trova impreparato, l'aveva già messa sul conto, la serenità con cui l' affronta lo testimonia bene  una lettera inviata alla madre per prepararla all' inevitabile , scrive testualmente :”me ne vado felice”.

Luigi muore il 21 giugno 1591 assistito da un altro grande gesuita, San Roberto Bellarmino, muore martire della carità, cioè dell'amore per il prossimo e quindi per il Cristo che aveva amato e curato in ognuno dei suoi malati. Il fulgido esempio di Luigi ci fa riflettere sul senso della nostra vita specialmente in questo tempo segnato dalla pandemia in cui per paura di morire stiamo rinunciando a vivere, come se questa vita fosse l'unica possibile senza un domani legato all'eternità. L'esempio di Luigi e di quella interminabile serie di uomini di Chiesa che hanno dato la vita per aiutare il prossimo nelle grandi epidemie del passato, non può inoltre non indurre amare riflessioni sul comportamento della Chiesa attuale di fronte all'epidemia di Covid, comportamento assolutamente marginale, irrilevante e supino di fronte alle decisioni delle autorità civili. In un momento in cui dovrebbe riaffermare la sua presenza e far sentire alta e forte la sua voce, la Chiesa accetta invece ogni imposizione fino ad arrivare al punto di permettere che migliaia di persone muoiano negli Ospedali (e non solo di Covid) senza il Conforti Religiosi e nella più completa solitudine.

Fabio Pretari




Indirizzo email: info@appunti.ru

Contatore visite: 708.959