venerdì 5 marzo 2021
Politica e economia
Verso un regime totalitario mondiale? (2)
Un breve approfondimento delle riflessioni precedenti

Parlando con alcuni conoscenti che avevano avuto l’occasione di leggere per intero le mie precedenti riflessioni mi sono sentito chiedere quali potranno essere, a mio avviso, le successive tappe verso il Grande Reset, in particolare quelle che saranno messe in atto in Italia dal governo Draghi. Dico subito che io non mi sono assolutamente arruolato tra i sostenitori delle ipotesi “apocalittiche” che appaiono sui social come, solo per fare alcuni esempi, la tesi secondo cui il vaccino della Pfizer abbia lo scopo di ridurre la popolazione mondiale o che nello stesso sia contenuto un microchip oppure ancora che l’obbiettivo finale del Grande Reset sia quello di munirci tutti del “marchio della bestia”. Non le sostengo non perché escluda a priori che a livello dei poteri forti manchino personaggi capaci di farsi venire idee di questo genere, ma per due altre ragioni connesse tra di loro: la prima è che non ci sono prove inconfutabili a sostegno di queste narrative, la seconda che potrebbero essere addirittura una trappola. Se qualcuno vuole screditare gli oppositori del Progetto Grande Reset può fornire loro alcuni argomenti di questo genere (abilmente mescolati con altri molto più verosimili), lasciare che li diffondano facendosene portavoce e poi dimostrarne la falsità togliendo così ogni credibilità anche a quella parte del discorso che invece era ben fondato. Non è una tecnica nuova, come ben sa chi conosce la storia di Leo Taxil.



Io preferisco invece prendere in considerazione solo quanto si sta svolgendo sotto i miei occhi, collegando tra di loro fatti e dichiarazioni della cui realtà nessuno può dubitare.



Fatta questa doverosa premessa vediamo quale potrebbero essere gli sviluppi futuri della situazione: dico subito che, a mio avviso, la pandemia non ha introdotto elementi nuovi, ma ha solo accelerato in maniera parossistica processi che erano già ben avviati prima del 2020. Quindi cosa possiamo aspettarci?



1) uno svuotamento delle prerogative del Parlamento. Durante tutta la pandemia Camera e Senato hanno svolto un ruolo del tutto marginale. Il Governo ha fatto uso solo di Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) che, per l’appunto, non prevedono un passaggio davanti alle Camere. Nel futuro questo processo continuerà fino a far diventare il Parlamento, peraltro già delegittimato da un voto referendario voluto proprio a tal fine dai 5 Stelle, un organo assolutamente privo di poteri reali esattamente come è il tanto decantato Parlamento Europeo, organo puramente consultivo e vero e proprio “cimitero degli elefanti” per politici trombati alle elezioni nazionali. Quando Draghi ha preannunciato “un ulteriore trasferimento di sovranità” aveva in mente proprio questo.



2) una drammatica riduzione delle libertà individuali, in particolare di quelle che possono portare le persone ad incontrarsi. E’ quanto sta avvenendo sotto i nostri occhi, con il pretesto della lotta al virus ed il plauso della parte maggioritaria della popolazione. Lo scopo è evidente: più le persone sono sole ed isolate e più facile sarà controllarle ed impedire che si formi, non dico una resistenza, ma almeno un’opposizione.



3) Un aumento del controllo sociale. Telecamere ovunque, una capillare raccolta di informazioni sulle nostre abitudini, i nostri gusti, le nostre spese. Soprattutto l’abolizione del denaro contante con un duplice risultato: il primo che il Fisco (e non solo il Fisco) potrà sapere fin nei minimi dettagli quanto e come spendiamo il nostro denaro, il secondo che, da remoto e con un semplice clic, “qualcuno” potrà bloccare le nostre carte di credito costringendoci così alla mendicità. In un orizzonte più lontano forse l’introduzione del Credit Social System un sistema di punteggi (già peraltro utilizzato in Cina) che premi o punisca i cittadini a seconda dei loro meriti o demeriti. L’introduzione del passaporto vaccinale potrebbe essere il primo tassello di questa costruzione il cui esito finale è ben descritto nel romanzo distopico Quality Land:



4) L’impoverimento di ampi strati della popolazione. I continui lockdown stanno riducendo sul lastrico molte categorie professionali. Non si tratta solo dei baristi e ristoratori, ma di tutto il settore turistico, di quello dello sport di massa, dello spettacolo, per non parlare dell’indotto: un ristorante che chiude non porta alla miseria solo il suo proprietario, ma impoverisce anche i dipendenti e tutti quelli che lavorano per rifornirlo dai panettieri alle cantine vinicole. A queste categorie presto si aggingerà quella dei proprietari di immobili che verranno oberati di una pressione fiscale (già oggi intollerabile) che li costringerà a vendere le loro proprietà con conseguente crollo dei prezzi. Chi ha comprato un appartamento a centomila €uro si potrebbe trovare ad essere costretto a venderlo a diecimila (o se lo potrebbe vedere confiscato per dare alloggio a qualche “rifugiato”).



Anche qui l’obiettivo è evidente: chi sopravvive solo grazie ad un sussidio di disoccupazione o ad una paga precaria non ha margini di autonomia e di dissenso nei confronti di chi può metterlo alla fame in qualunque momento.



Il lato più agghiacciante di quanto sta avvenendo è che, malgrado il progetto distruttivo sia di tutta evidenza, non trova, ad oggi, una reale opposizione nè tra le forze politiche, né tra le associazioni di categoria, né tra i comuni cittadini. Probabilmente saremo destinati non solo a bere “l’amaro calice fino alla feccia”, ma anche a gridare “che buono!”.



Mario Villani




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