mercoledì 28 ottobre 2020
Cultura e società
La Famiglia sempre più nel mirino
Se tutto è famiglia nulla è famiglia

Da sempre la famiglia è stato uno dei bersagli primari delle forze progressiste e dei regimi totalitari. Totalitari, ma non necessariamente dittatoriali, possono sembrare la stessa cosa ma in realtà il fatto che un regime sia totalitario o meno non dipende da quante persone detengano il potere e nemmeno dai mezzi che hanno usato per raggiungerlo. La discriminante sta solo nei poteri che queste persone hanno o si arrogano, dai limiti costituzionali o morali che rispettano o non rispettano nel legiferare e nel governare la cosa pubblica. La famiglia, dicevamo, la famiglia perché è il primo e più importante nucleo di difesa dell’uomo. Un potere totalitario, per essere esercitato efficientemente, necessita di individui soli, isolati, impauriti, senza un appiglio, senza un nucleo che faccia corpo con loro in caso di attacco di qualsiasi genere, fisico, legale o psicologico, individui omogeneizzati dal lavoro, meglio se dipendente, uomini e donne privati del vissuto individuale, delle tradizioni e finanche della razza, individui anonimi soli con se stessi di fronte all’oceanica istituzione onnipotente e impersonale.

Il concetto stesso di casa, nel senso di focolare domestico e non di immobile in muratura, non può discostarsi dal concetto di famiglia, casa è dove c’è qualcuno che ti aspetta, il rifugio dove puoi rilassarti, dove non devi misurare ogni parola, dove le conseguenze dei tuoi errori vengono minimizzate e non enfatizzate, dove i tuoi difetti alla fine vengono considerati come una parte della tua persona e della vita in comune.

Questi sono i motivi per i quali la famiglia è sempre stata considerata nemico numero uno da tutte quelle forze che vorrebbero in un modo o nell’altro creare un mondo di schiavi. Il movimento studentesco del ‘68, il movimento femminista, i regimi comunisti che hanno segnato la storia del ventesimo secolo hanno sempre concorso alla distruzione, all’indebolimento, alla dissacrazione e delegittimazione della famiglia mettendo i figli contro i padri, le mogli contro i mariti e trasformando i familiari in possibili delatori. Le leggi sul divorzio e sull’aborto sono il prodotto di questo processo  culturale. Il consumismo stesso con la necessità (reale ma creata a tavolino) del lavoro femminile ha portato a minare uno dei principali pilastri della famiglia allontanando i giovani dall’educazione dei genitori ed emarginando gli anziani in ricoveri dove davvero diventano “inutili”, solo un peso da sopportare.

Pensiamo al progresso tecnologico, nei decenni passati abbiamo tanto criticato la televisione, rea di aver monopolizzato l’attenzione di grandi e piccini impedendo un normale colloquio serale familiare, tutto vero, ma cosa dire oggi che ognuno ha in tasca la sua televisione personale? Almeno una volta Giochi Senza Frontiere lo si guardava tutti insieme e si rideva e si tifava tutti insieme per l’una o per l’altra squadra, e se suonava il telefono in una casa era pur sempre una famiglia che rispondeva e si sentiva immancabilmente qualcuno gridare “è per te…!”

Oggi l’attacco prosegue minacciando l’esistenza stessa del concetto di famiglia attraverso l’ampliamento arbitrario dello stesso significato del termine. Le “famiglie omosessuali” o arcobaleno che dir si voglia non sono famiglie, sono coppie di individui che si accordano per costruire una convivenza spesso temporanea incentrata esclusivamente sull’interesse reciproco, null’altro. Gli sfortunati bambini che vengono loro arbitrariamente affidati dagli orchi di Bibbiano o che si vanno a comprare dall’altra parte del mondo non sono e non saranno mai loro figli, sono accessori alle loro vite egoiste incentrate sull’apparenza, come un cane alla moda (certo, esistono anche gli animali di moda) o un auto esclusiva.

Le “famiglie allargate” che altere nobildonne farcite di soldi sfoggiano, insieme ai loro casali di campagna con annesso vigneto, su quello che rimane delle riviste femminili, non sono famiglie, al massimo sono piccole tribù di radical chic boriosi con la puzza sotto il naso e in continuo movimento, dove i giovani crescono nell’illusione che tutto gli sia dovuto e casomai all’occorrenza basta pagare e quello che è vietato diventa o comunque tollerato, nessun principio che non sia cucito su misura, nessuna stabilità, nessun paletto, nulla che sia assolutamente vietato.

Non voglio dire che storture e mancanze non siano esistite e non possano esistere nelle vere famiglie, ma questa non deve diventare la comoda scusa per delegittimare l’istituzione in se stessa.

Le note polemiche in merito alla recente intervista (tagliata e ricucita su misura) al Santo Padre, nella quale sembra che auspichi la promulgazione di una legge che regoli le “famiglie” omosessuali, non sono che un ultimo tassello di questa campagna di disinformazione e delegittimazione. Il Santo Padre infatti ha sempre distinto chiaramente quella che è la “famiglia voluta da Dio” da qualsiasi altro tipo di unione (discorso per l’inaugurazione dell’anno giudiziario al Tribunale della Rota Romana 22 gen 2016). Ben altra cosa che dire che l’omosessuale che cerca Dio va accolto…

Le figure dei genitori, ormai purtroppo svuotate del loro ruolo educativo, non hanno più ragione di esistere quindi anche i termini padre e madre vanno sostituiti con genitore 1 e genitore 2, d’altronde ci hanno già spiegato che la madre non esiste, anzi non è mai esistita, è solo un “concetto antropologico”. Verrebbe da riderci sopra per l’assurdità di certe affermazioni ma purtroppo l’esperienza ci insegna che le cose che abbiamo creduto impossibili, irrealizzabili, inaccettabili per la stragrande maggioranza della popolazione, vent’anni sono diventate legge dello Stato.

Fabio Dalla Vedova.




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