martedì 16 aprile 2019
Cultura e società
La Cattredale di Notre Dame sta bruciando
Impressioni mentre sullo schermo corrono in diretta le immagini da Parigi

Da oggi pomeriggio, come tutti sappiamo, un violentissimo incendio sta distruggendo uno dei monumenti più importanti del mondo, uno dei maggiori simboli della cristianità, uno degli emblemi che hanno reso la città di Parigi famosa nel mondo. Bruciano 8 secoli di storia, brucia la cultura, brucia la cristianità, brucia la millenaria civiltà europea.

Non è dato sapere al momento quale sia la causa di questa immane sciagura ma che sia dolosa, colposa o semplicemente fortuita, resta il fatto che l’umanità nella sua totalità sta perdendo qualcosa di irripetibile sia dal punto di vista artistico che da quello religioso. Certo, nell’incendio e successivo crollo delle Twin Towers sono morte 3000 persone anch’esse sacre e irripetibili ma vittime a parte, le torri, volendo, sarebbero comunque ricostruibili. lo stesso non si può dire per la Cattedrale di Notre Dame. Anche senza citare gli affreschi e le vetrate non avremmo neppure più in Europa e forse nel mondo delle foreste in grado di fornirci un legname della stessa qualità di quello originario.

Non è un anno fortunato per le chiese in Francia, quello di Notre-Dame è infatti il terzo incendio in ordine cronologico anche se per importanza non è paragonabile ai due precedenti. Il 5 febbraio di quest’anno è stata incendiata la chiesa di Saint Alain a Lavaur, nei pressi di Tolosa (incendio doloso) e già il 17 marzo è bruciata, per fortuna parzialmente, la chiesa di Saint Sulpice sempre a Parigi, fiamme sembra sviluppatesi da una pila di vestiti usati.

Non si parla solo di incendi, solo in Francia si contano giornalmente profanazioni, distruzioni,  saccheggi e atti sacrileghi, tanto che si è arrivati a contare centinaia di episodi che vanno della distruzione di arredi sacri all' imbrattamento con feci umane al furto e dispersione di ostie consacrate. Gli episodi sono così numerosi e diffusi da aver addirittura provocato, scusate se è poco, la preoccupazione dell’episcopato francese.

Tornando all’incendio della cattedrale, viste le premesse, non deve stupire che sui social, alcune pagine in particolare, abbondino le reazioni di soddisfazione seppure in minoranza, da parte di nominativi  arabi, il nemico ce lo siamo tirato in casa. Piuttosto mi sembrano rivoltanti e prive di ogni e qualsiasi barlume di intelligenza le reazioni di un buon numero di commentatori italiani che esprimono indifferenza o addirittura un senso di rivincita malata rispetto alle recenti vignette di Charlie Hebdo riguardanti per esempio il disastro del Ponte Morandi. Come sei quei quattro squallidi pseudo giornalisti potessero rappresentare l’opinione del popolo francese.

A compensare questa varia umanità cerebrolesa ci sono stasera a Parigi gruppi di giovani che, rosario in mano, pregano e cantano inni nei dintorni della cattedrale in fiamme, in ginocchio sulle pietre millenarie dell’île de la cité. E dato che le vie del Signore sono infinite, forse serviva la perdita di Notre Dame per risvegliare l’anima del cattolicesimo francese. Non lo so, è una perdita immensa ma quei ragazzi sono un gran bello spettacolo.

Fabio Dalla Vedova




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