martedì 2 aprile 2019
Cultura e società
W.F.C. Verona 2019
La battaglia dell'ovvio

Preceduto ed annunciato da mesi da una campagna mediatica di intensità sempre crescente fatta di odio, falsità, ignoranza e intolleranza ad opera delle associazioni femministe, lgbt e via dicendo,ANPI compresa,si è svolto lo scorso fine settimana a Verona il tredicesimo congresso mondiale della famiglia.



Con il patrocinio del Ministero della Famiglia e delle Disabilità,della Regione Veneto e Friuli Venezia Giulia e della città ospitante si sono incontrati rappresentanti dell'associazionismo di tutto il mondo per fare il punto sullo stato attuale di quella istituzione che già Aristotele definiva” comunità costituita dalla natura”, e che Rousseau (per far contenti i pentastellati il cui capopopolo aveva definito “sfigati” i partecipanti) nel suo Contratto Sociale dipinge come “la più antica di tutte le società e l'unica naturale”.



Riporto e controfirmo pari pari quanto scritto sul tema da Marcello Veneziani in un suo articolo:” Oggi sappiamo che la famiglia è la prima società in crisi,dilaniata al suo interno e attaccata dall'esterno. Ma sappiamo pure che è l'unica struttura che,pur lacerata,costituisce il primo e più importante rifugio per ogni disagio:disoccupazione, bisogno abitativo,assistenza a vecchi, malati e bambini, sostegno e cura. La famiglia ammortizza la povertà e le disparità sociali,i contrasti,le violenze,gli sfratti. Migliaia di famiglie sono luoghi in cui si esercitano violenze ed abusi,ma milioni di famiglie oggi sono il BENE RIFUGIO insostituibile”.



Dunque il congresso nasce anche dall'esigenza di porre le basi di un risanamento e di un rafforzamento dell'istituto familiare così che ne benefici la comunità intera.



Quali sono,dunque, i punti su cui si è dibattuto?Ne cito alcuni:la bellezza del matrimonio ,i diritti dei bambini, la donna nella storia, crescita e crisi demografica, salute e dignità della donna, tutela giuridica della Vita e della Famiglia, politiche aziendali per la famiglia e la natalità.



Riportare per intero tutti gli interventi sarebbe impossibile, mi limiterò ad accennare solo i più importanti, fra i quali mi sento di collocare quello del ministro Fontana, non solo per i contenuti ma come ringraziamento per quanto da lui fatto per la realizzazione dell'evento con impegno, caparbietà e coraggio fuori dalla norma, in dispregio delle discriminazioni e minacce rivolte non solo a lui ma a tutta la sua famiglia.



In sintesi: riconoscendo come una vera e propria minaccia per la sopravvivenza della nostra identità e civiltà il problema della denatalità, ha voluto sottolineare come l'unica soluzione sia rappresentata da politiche di sostegno alle mamme che lavorano: reintroduzione di un bonus bebé, aiuto da parte delle aziende in termini di orari, congedi e via dicendo, assegno di maternità piuttosto che reddito di cittadinanza, istituzione di asili nido gratuiti che riescano a soddisfare le esigenze legate agli orari di lavoro. Fontana ha voluto poi ricordare la quotidiana condizione di necessità di tante famiglie che si trovano a gestire da sole al loro interno situazioni di grave disabilità,nei confronti delle quali una presenza ed un aiuto da parte dello Stato sarebbero doverosi.



Crudo e diretto l'intervento di don Fortunato Di Noto, presidente dell'associazione Meter, che da trent'anni si occupa di abusi sui bambini: i bambini soldato,i minori prostituiti, quelli malnutriti, quelli rapiti e sfruttati per il commercio di organi o quelli trasformati in schiavi, le vittime della guerra, i bambini abortiti. Un'attenzione particolare è rivolta al problema della pedofilia, con l'invito a partire dal presupposto che il fenomeno va inquadrato non come malattia ma come crimine, che alimenta un giro d'affari gigantesco, tanto che, ancora oggi, in alcune nazioni non è neanche reato ma ci sono addirittura lobbies che vorrebbero giustificarla e legalizzarla universalmente.



Chiudo citando un altro pezzo da novanta, il dottor Gandolfini. Nel suo discorso d'apertura dice testualmente:”L'aborto è l'omicidio di un bambino in utero,e la legge 194 è stata applicata soltanto negli articoli che permettono la soppressione di una vita e non in quelli che aiutano la maternità”. A fargli eco il Vescovo di Verona Giuseppe Zenti: ”La famiglia è l'opera d'arte di Dio. L'aborto è un omicidio,questo dice la Chiesa”.



Paradossalmente su questo punto viene attaccato anche da chi invece avrebbe dovuto partecipare alla giornata, con l'accusa di non aver affermato chiaramente che la legge 194 va abolita in toto. Indirettamente la sua risposta arriva nel discorso di chiusura. Citando San Giovanni Paolo II afferma che “tutte le volte che la vita viene messa in dubbio,viene colpita,viene ferita,viene annullata,magari anche con la violenza del braccio della legge,tutti noi dobbiamo alzarci in piedi”.



E, ritornando sulla famiglia, ricorda anche le parole dell'attuale Pontefice,che proclama senza possibilità di alcun dubbio od errata interpretazione che “oggi è in atto una guerra mondiale per distruggere il matrimonio e vi sono colonizzazioni ideologiche che lo distruggono. Rispettare la dignità di un un bambino significa affermare che la sua necessità è il suo diritto naturale di avere una madre ed un padre.”



Concludo con una frase di Don Luigi Giussani,una frase illuminante per tutti quelli che,come me, si sono occupati nel loro impegno per il prossimo più delle cose della Terra che di quelle del Cielo. Al di là dunque di interpretazioni religiose egli disse che “La famiglia è attaccata per far si che l'uomo sia più solo,e non abbia tradizioni,in modo che non veicoli responsabilmente qualcosa che possa essere scomodo per il potere o che non nasca dal potere.”



Claudio Pretari




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