sabato 6 ottobre 2018
Esteri
I misteri di Tbilisi
Strane malattie nei dintorni della capitale georgiana

La Georgia è uno Stato, nato dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, nella regione del Caucaso. Pur avendo alle spalle una storia millenaria, questa piccola nazione è nota sostanzialmente per due circostanze: aver dato i natali ad un certo Josef Dzsugasvili meglio noto come Stalin ed essere stata la prima regione al mondo a conoscere il vino. Pare infatti che i primi vigneti siano stati coltivati, millenni fa, proprio in questa zona ed ancora oggi i vini georgiani, invecchiati in giganteschi orci posti sottoterra, sono tra i migliori del mondo.



A seguito di una delle tante “rivoluzioni colorate” in Georgia vi è un governo filo-americano e russofobo. Nell’agosto 2008 addirittura la Georgia, guidata da uno psicopatico di nome Saachasvili, ha scatenato una breve guerra contro la Russia, attaccando la regione secessionista dell’Ossezia del sud che era difesa da un piccolo contingente di militari russi. Ovviamente, e malgrado l’appoggio israelo-americano alla Georgia, la guerra è finita nel giro di pochi giorni con la piena vittoria delle truppe di Mosca. Saachasvili se ne è andato, ma la sudditanza del paese caucasico agli americani non sembra diminuita e la vicenda che andiamo a raccontare sembra confermarlo.



Da alcuni anni in un villaggio vicino alla capitale georgiana Tbilisi avviene qualcosa di strano. Gli abitanti accusano malesseri di vario genere: svenimenti, forti dolori di testa, disturbi alla vista mentre i casi di cancro sembrano aumentare vertiginosamente. I residenti nella zona hanno subito puntato il dito contro un misterioso laboratorio di ricerche medico-scientifiche costruito da militari americani ed inaugurato dal senatore Richard Lugar a cui lo stesso Centro è stato intitolato. Ufficialmente il centro è sotto il controllo del governo georgiano, ma in realtà secondo quanto rivelato dalla coraggiosa giornalista bulgara Dilyana Gaytandzheva e confermato dall’ex Ministro georgiano per la sicurezza dello Stato Igor Guiorgazde, i georgiani controllano solo sedici dei ventidue laboratori che costituiscono il Centro mentre gli altri sei sarebbero gestiti dall’Istituto di ricerche militari “Walter Reed” che è alle dirette dipendenze del Pentagono. All’interno di questi ultimi laboratori si conducono ricerche top secret su agenti patogeni, ricerche nelle quali, secondo quanto rivelato da un ex collaboratore e consigliere di Saachasvili, si sarebbe fatto uso addirittura di cavie umane, diverse delle quali deceduto proprio a seguito di questi esperimenti. Nella sua inchiesta la giornalista bulgara Gaytandzieva ha rivelato come nel Centro lavori come vicedirettore Joshua Bast, un entomologo e come, già dal 2014, i laboratori Lugar si siano dotati di una struttura per raccogliere e custodire insetti, in particolare zanzare, zecche e mosche della sabbia. La notizia è preoccupante se si considera che, nello stesso 2014, in America è stato brevettato un drone che una volta atterrato rilascia insetti volanti infettati con virus letali. Secondo l’agenzia Sputnik l’epidemia di peste porcina che è divampata nel 2016 nel sud della Russia potrebbe essere frutto di un esperimento proprio con un mezzo di questo genere. Ovviamente Mosca è in allarme, anche perché quello di Tbilisi non sembrerebbe essere l’unico laboratorio di questo genere. Almeno una ventina di Centri similari sono sorti lungo la frontiera russa ed in Africa. In una intervista il colonnello medico russo Alexandre Predtechinski è arrivato ad affermare che “è evidente, si tratta di uno studio di un teatro di azione militare. Vale a dire la preparazione per un’azione di truppe sul territorio...”. In molti in Russia hanno collegato l’attività di questi laboratori con l’attività, denunciata dallo stesso Presidente Putin, di raccolta, da parte di scienziati dell’US Air Force, di campioni di RNA e tessuti sinoviali russi



Qualcuno sta pensando di lanciare una guerra batteriologica? La prospettiva è da incubo. Da incubo è anche il silenzio totale mantenuto dai nostri organi di informazione su questa vicenda. Penso si possa già applicare il vecchio adagio secondo il quale in una guerra la prima vittima è sempre la verità.



 



Mario Villani



 




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