giovedì 3 maggio 2018
Cultura e società
La scomparsa del Katechon
Quest’anno ricorrono i centenari della scomparsa dell’Impero Asburgico e dell’Impero Russo ultime vestigia dell’Impero Romano.

Tra i tanti anniversari di eventi tragici che ricorrono in questo 2018 (1), senza nemmeno la consolazione che nell’anno passato, tra ricorrenze esecrabili , ci diede il centenario delle apparizioni mariane di Fatima, ce ne sono due che certamente verranno ricordati ma non per l’aspetto che a me preme ora evidenziare. In quest’anno infatti ricorrono il centenario della dissoluzione dell’Impero Austro-Ungarico e quello dell’assassinio dello Zar e della famiglia imperiale russa che decreto la definitiva cancellazione di ogni speranza di ripristino dell’impero moscovita. Questi due tragici eventi decretarono infatti la scomparsa dal panorama politico del mondo delle ultime vestigia dell’Impero Romano d’occidente il primo e dell’Impero Romano d’oriente il secondo. L’Impero Asburgico infatti era l’ultima incarnazione del Sacro Romano Impero, successore legittimo dell’Impero Romano d’occidente, consacrato come tale dall’incoronazione di Carlo Magno da parte di Papa Leone III, nella notte di Natale dell’800. Ed era rimasto tale nella sostanza se non nella forma anche dopo la rinuncia al titolo nel 1804 da parte di Francesco I. Infatti, pur non essendo più nominalmente Sacro Romano Imperatore, il sovrano viennese conservava ancora l’appellativo di “Sua Maestà Apostolica il che ricopriva il suo potere politico del manto di protettore dei cristiani e di guardiano della fede. Ad est, alla caduta di Costantinopoli la nascente Moscovia assumeva il ruolo e le forme istituzionali, non ultima la protezione delle Chiese orientali, che erano state dell’impero Bizantino, così come lo si chiamava in occidente, ma che non aveva mai cessato di considerarsi a tutti gli effetti Impero Romano. Ora è vero, come voi lettori non mancherete di rimarcare che le strutture politiche e civili sono caduche, nascono e muoiono nella storia, e che quindi la loro scomparsa non è altro che il naturale evolversi dei tempi, ma questo a mio avviso non vale per l’impero Romano, non già come struttura politica storica ma come archetipo di ciò che il potere politico deve essere. E l’impero Romano, ad onta di tutto ciò che di malvagio poterono compiere gli uomini che lo incarnavano, questo fu. San Pietro scelse, non a caso Roma perche fosse la culla del Cristianesimo. Non vanamente San Paolo, apostolo delle genti, affermava che “Non a caso l’autorità porta la spada”. Quella autorità, non altre, che lo faceva affermare con orgoglio: “Cives Romanus sum”. Molti sedicenti imperi si sono succeduti nella storia, imperi commerciali alla ricerca di profitti, imperi politici alla ricerca di dominio o un misto più o meno equilibrato delle due istanze. Nessuno di questi ha saputo ridarsi lo spirito della romanitas e cioè associare i popoli assoggettati in un progetto per un futuro comune. Nessuno tranne gli epigoni d’occidente ed oriente dell’impero di Roma.



Sotto il dominio del Sacro Romano impero il vangelo fu portato in tutta l’Europa del nord, l’eresia luterana non prevalse, furono evangelizzate le Americhe e per ben 2 volte Vienna si erse a baluardo contro l’avanzata in Europa dell’impero ottomano e finalmente lottò sino a soccombere contro l’espansione della rivoluzione liberale e borghese scaturita dall’89 in Francia e di cui la prima guerra mondiale fu il trionfo. A  est i successori dell’impero d’oriente ricacciarono le orde mongole nelle loro steppe e con la conquista delle terre siberiane chiusero loro la strada per nuove in invasioni portando nel contempo il Cristianesimo sino alle sponde orientali del Pacifico. In Europa, a Poltava,  spezzarono la potenza militare della Svezia arrestando l’espansione ad est del mondo protestante. Ricacciarono oltre il Danubio i  domini dell’impero Ottomano, si opposero al dilagare della rivoluzione liberale sconfiggendo Napoleone,a cui potenza non si riprese mai dal disastro russo. Da ultimo favorirono l’indipendenza dal sultano degli stati Cristiani dei Balcani.



Lo spirito che animava le strutture politiche e sociali di queste due realtà era quello definito da santi, filosofi e teologi come “Katechon, cioè “quello che trattiene”, che trattiene il dilagare della malvagità, lo scatenarsi dei mitici Gog e Magog, mitici nella loro corporeità ma ben reali nel nichilismo diffuso dei nostri tempi. Non a caso le peggiori ideologie che hanno fatto del 900 un secolo insanguinato e che stanno facendo del 21° secolo un tempo perverso si sono scatenate senza freno a partire dalla cancellazione di queste due entità che, pur in maniera caduca e imperfetta, ancora incarnavano lo spirito della “romanitas”, e hanno trovato i loro focolai nelle terre che i due imperi avevano dominato. Non ha caso, a manifestare l’importanza che queste due realtà avevano per l’equilibrio del mondo, il loro tramonto è stato onorato da due imperatori riconosciuti come santi. Carlo I d’Asburgo, beatificato dalla Chiesa Cattolica il 3 ottobre 2004 e Nicola II Romanov proclamato martire e santo dal Patriarcato di Mosca il 17 luglio del 2000.



Massimo Granata



 



 



1) Per citarne  tre: il 170° anniversario della rivoluzione del1848 che sconvolse l’Europa e gettò le basi per la successiva rivoluzione italiana; il 200° anniversario della nascita di Karl Marx e il cinquantenario della rivoluzione culturale del  “68”;




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