mercoledì 4 aprile 2018
Esteri
Russofobia
Un occidente privo di senso del ridicolo e del pericolo si produce nell’ennesima provocazione contro la Russia e il suo Presidente

L'Occidente, negli ultimi giorni, pare in preda ad una feroce crisi isterica; oggetto di tale comportamento patetico e psicotico è la federazione russa in primis l'uomo leader della medesima: Vladimir Putin. Le cause di tale atteggiamento non solo apparentemente irrazionale non sono ovviamente quelle strombazzate dal mainstream mediatico ben allineato. Come ha sagacemente evidenziato Marcello Foa, nel suo blog sul quotidiano il Giornale, la vicenda che ha dato il via all'ultimo attacco al leader russo cioè l'attentato all'ex spia Sergeij Skripal è evidentemente una bufala, una fake come si usa dire oggi. "Che interesse aveva il presidente russo a tentare di eliminare un'ex spia, peraltro da tempo fuori dai giochi, ricorrendo al più spettacolare dei tentativi di omicidio, l'unico che - dopo la vicenda del polonio - tutto il mondo avrebbe attribuito al Cremlino? E' evidente: non ha senso" Sul piano diplomatico sarebbe stato un suicidio, "perché avrebbe offerto all'Occidente lo spunto per un'ulteriore campagna antirussa, che infatti si è puntualmente verificata", fino all'ultimo atto - l'espulsione coordinata dei diplomatici - a cui "l'Italia dell'uscente governo zerbino Gentiloni si è accodata anche se avrebbe potuto (e proceduralmente dovuto) astenersi". E tutti sanno che Putin, sempre cosi accorto, "non è leader da commettere simili errori.



Le considerazioni di Foa sono puro e semplice buon senso. Come puro e semplice buon senso è stata la reazione russa. All'Onu l'ambasciatore russo, in risposta alle accuse palesemente infondate del primo ministro britannico, secondo cui il governo russo avrebbe usato un agente di gas-nervino dell'esercito per tentare di uccidere un'ex spia e sua figlia, è ricorso a tutti i possibili mezzi legali, offrendo anche la collaborazione della Russia nell'esame delle prove, per dimostrare che l'accusa del Regno Unito è stata mossa in violazione della legge e non è supportata da uno straccio di prova. Ma forse l'ambasciatore pecca di ingenuità, o forse lo sa molto bene, che al governo inglese e all'Occidente, in questi frangenti e in altri, non interessano le prove e la legge. Il governo di Tony Blair collaborò alacremente con George W. Bush per far circolare la panzana secondo cui Saddam Hussein in Iraq possedeva un arsenale di "armi di distruzione di massa", e questa menzogna è servita a giustificare l'invasione e la distruzione dell'Iraq lasciando quel Paese, dopo 15 anni, in un totale caos. Il governo inglese ha caldeggiato anche le menzogne su Gheddafi in Libia contribuendo allo sciagurato rovesciamento del governo libico. Il governo inglese ha confermato la menzogna secondo cui l'Iran aveva un programma di armi nucleari senza averne alcuna prova e, sempre senza prove, sostiene ancora che il leader siriano Assad sta usando armi chimiche "contro il suo popolo. Quindi si può immaginare quanto importino le Prove agli inglesi.



L'attuale governo britannico, come quelli precedenti, sta seguendo un'agenda di lavoro indipendentemente dall'esistenza o meno di prove o di fatti e la sta seguendo anche il resto dell'Occidente; non risulta, infatti, che gli altri Paesi, che per solidarietà col Regno Unito, hanno espulso un certo numero di diplomatici russi abbiano chiesto le prove, prima di agire in tal senso. Non solo non lo ha fatto il nostro governo zerbino, ma neanche gli altri 16 governi della UE che, senza esserne obbligati, si sono accodati a quello che può essere definito un atto di belligeranza nei confronti della Russia. Il caso Skripal probabilmente è solo l'ultimo sgangherato tentativo di destabilizzare la Russia screditandone il suo leader. Ha tutta l'aria di essere l'atto disperato di chi non sa più che pesci pigliare. Ma quale può essere la causa di tale astio nei nei confronti di una grande nazione e del suo legittimo presidente? Bè forse è proprio questa la causa di fondo: la Russia è una grande, enorme nazione governata da un leader e da un establishment con gli attributi che conoscono la storia e la forma mentis del loro popolo e quindi possono contare sul consenso del medesimo come dimostrano le ultime elezioni Russe. Un leader e un establishment che negli ultimi diciotto anni non hanno commesso nessun errore di rilievo sul piano nazionale ed internazionale. Ma probabilmente quello che fa schiattare l'Occidente e i suoi ideologi del Nuovo Ordine Mondiale è che la Russia di tale Nuovo Ordine se ne infischia apertamente. E scordiamoci primavere e rivoluzioni colorate. Quello che sta accadendo è allarmante soprattutto per noi europei: la leadership occidentale si sta comportando come un gruppo di bambini che giocano con i fiammiferi vicino a un serbatoio di benzina.



 



Urbano De Siato




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